The end.
A guardarli, o sentirli, i politici italiani hanno una cosa in comune: sembrano tutti delle controfigure, delle macchiette, delle caricature di quello che dovrebbe essere un politico.
Destra e sinistra, in realtà, si reggono appoggiandosi l’una all’altra, avendo ciascuna bisogno dell’avversario che combatte; ma, prese in sé, non hanno più senso, né forza, né vita, sono scheletri ideologici che hanno smarrito la realtà e si sopravvivono.
Il centro, poi, pur rimanendo più realistico a parole, ma forse solo per tradizione, è la sintesi dell’italianità più opportunista e contagia gli altri due schieramenti fungendo da vecchio e saggio insegnante.
Il risultato è scontato: stiamo e viviamo male e, cosa peggiore, stiamo perdendo la speranza.
Ma su questo niente, su questo deserto delle idee, si riesce a costruire un mondo mediatico imponente, per quanto fatuo. In TV non so quanti telegiornali su quante reti, in radio quasi ogni ora, ogni emittente ci aggiorna sul niente politico farcito da sciagure. Ecco, la sciagura, assurta a notizia del giorno, faro illuminante della nostra dolorosa vita quotidiana.
Forzarsi a stare allegri cozza con la povertà dell’offerta che la nostra terra propone. A Potenza, e in Basilicata, la miseria è negli spiriti prima che nelle tasche. I simboli della crescita degli anni 60, 70 e 80, con strascichi nei decenni successivi, e cioè l’auto, il vestito firmato o il Rolex, oggi appaiono ombre sinistre, un misto di cattivo gusto e evanescenza intellettuale.
Anche la delinquenza organizzata ha perso il controllo, stante l’anarchia imperante nel mondo del crimine. Si stenta a organizzarsi seriamente in qualsiasi ambito.
Con Berlusconi, con la sua lunga stagione, si è pensato all’uomo risolutore, in tanti lo hanno scimmiottato, finanche Grillo, quando si poneva come regista del futuro. Ma è stata una scadente illusione. Ora permangono scie maleodoranti della personalizzazione della politica, cosa possibile neanche ai tempi di Alessandro Magno, se vogliamo. Siamo alla resa dei conti. Siamo al punto che un qualunque normalissimo idiota viene eletto e ci viene a raccontare in due frasi la sua visione del mondo. La fabbrica dei politici sorprende sempre, giacchè è capace di trasformare in principe un rospo qualsiasi.
L’Italia, e noi lucani assieme e ancora di più, sta soffrendo di una crisi morale senza fine.
Oggi arriva a mancare anche l’ironia. Siamo persi, ma la maggior parte di noi ancora non se ne rende conto.
Bacioni, estensibili.
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