Chè, poi, alla fine, il problema più grosso sono i politici, non la politica.

Chè, poi, alla fine, il problema più grosso sono i politici, non la politica.

La politica è stata affidata ai pantaloni all’inglese. Cioè? Roba da ragazzi.

Tre questioni presentano profili di curiosità.

La prima è la debacle del centro destra al Comune di Potenza, cioè, roba da non credere: dal risultato delle europee, passando per il primo turno delle amministrative, per finire all’esito del ballottaggio, il centro destra ha perso progressivamente una barca di voti.

C’è chi parla di tradimenti interni a tutto il centro destra, c’è chi parla di liste dei partiti fallimentari, c’è chi dice che il candidato sindaco non era quello giusto.

Alla fine saranno da considerare tutte e tre le ipotesi, il che, comunque, apre un discorso sulle strategie romane in riferimento alle classi dirigenti scelte, evidentemente, in maniera davvero poco illuminata. Ora si sentono i lamenti dei vari esponenti di spicco del centro destra, che, però, francamente, sarebbe più dignitoso tacessero e magari facessero uno, ma forse meglio due tre o quattro passi indietro. Non lo faranno, ovvio, quindi peggio per chi se li terrà.

La seconda questione è l’autonomia differenziata. Orbene, convinto che non se ne conoscono esattamente i significati e siccome la stessa si traduca in fatti, è bene chiarire che la riforma prevede che una regione contratti con lo stato una maggiore autonomia su determinati temi. In altri termini si tratta di sottrarre potestà o parte di potestà allo stato in favore della regione richiedente.

Detto così sembrerebbe una vera e propria opportunità. Pensiamo alla gestione delle risorse petrolifere, per esempio, o alla gestione dei ricavi petroliferi regionali, autonomamente impiegabili dalla regione Basilicata. Perbacco, ci sarebbe da leccarsi i baffi.

Ma a sinistra si preferisce la brodaglia statale uguale per tutti che garantisce soldi a pioggia, tutti storicamente dispersi senza che la regione cambiasse aspetto nei decenni.

Il problema, come sempre, è tutto umano. Dirigenti incapaci di far fruttare i milioni di milioni che per anni hanno ingrassato le casse regionali, regolarmente poi svuotatesi senza che cambiasse lo status quo; dirigenti incapaci di far crescere infrastrutturalmente la Regione, per oltre un cinquantennio, considerato che ancora oggi, 2024, non abbiamo una rete ferroviaria non di eccellenza, ma proprio una semplice rete ferroviaria, la dice tutta sulla insipienza mostrata. La colpa è dei partiti, primi fra tutti incapaci di scegliere una classe dirigente competente e che invece hanno sempre premiato i loro personali portaborse.

Quindi una autonomia differenziata in mano agli stessi improduttivi esemplari è destinata non a fallire, ma a far sbellicare dalle risate.

A conti fatti la questione sta a monte, e non è di poco conto. La questione riguarda l’esistenza stessa delle regioni. In fondo abbiamo avuto più benefici prima della loro istituzione che dopo. Ci ritroviamo una fetta importante di burocrazia in più e nessun vantaggio. Possiamo davvero contare su contesti legislativi e di potere territorialmente ristretti di una certa competenza? L’autonomia differenziata, poi, ci rende sempre più una federazione di regioni, quindi, ancora più bisognosi di classi dirigenti di assoluto valore. Ma se dalla Basilicata se ne scappano pure i laureati con meno di 100 di voto, che speranze abbiamo?

La terza questione ha connotazioni astrologiche e riguarda la composizione della giunta regionale che tarda a venire alla luce per una strana congiuntura astrale. Chi maligna su beghe di partito tutte legate alla distribuzione delle poltrone che a sua volta è legata agli esiti, ormai ottenuti, delle amministrative, bene, sbaglia di grosso.

La verità è che Saturno, in transito dalle parti del trigono che Giove forma con Nettuno, ha provocato un’atmosfera astrale che influenza le decisioni importanti. Queste appaiono svogliate, infiacchite, prive di tono e della giusta armonia stellare. Ma passa presto. Venere fa capolino e la costellazione dei Gemelli riflette una luce che rimbalzando su un Plutone intimidito dagli strali di una costellazione lontana e sconosciuta, ma molto potente, sta diluendo le nebbie e la nuova giunta nascerà coi migliori auspici.

Riunendo le tre questioni e valutandole congiuntamente viene da pensare che la migliore reazione immaginabile rimane quella di mandare a scopare il mare tutto il mondo della politica, talmente zeppo di veleni e interessi personali da aver assunto i colori del disastro nucleare prossimo venturo.

Bacioni, estensibili.

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