Negli anni sessanta i sindaci non ricevevano lo stipendio, ma ricevevano ogni giorno i cittadini.
Che, poi, dei proclami dei politici rimangono solo gli echi che rimbalzano da rione a rione senza mai spegnersi del tutto. Ogni tanto ne arriva uno nuovo, di proclama, a segnare una stagione nuova. L’ultimo è tutto da ridere. Il sindaco ha detto, tutti in piedi, per favore, che il municipio sarà un palazzo di vetro. Ora, però, mi assale un dubbio: stante la personalissima interpretazione delle norme urbanistiche mostrata all’indomani della sopraelevazione generosamente regalata alla vista dei potentini e non solo, tremo al pensiero di un grattacielo, appunto di vetro, da qualche parte in città, magari nel centro storico, giusto per non cambiare zona. Tipo il palazzo dell’Onu, perbacco! Ma vengo subito rassicurato: palazzo di vetro è una metafora, cribbio, non ci ero arrivato, e vuol dire che l’attività amministrativa avrà la trasparenza del vetro, quello lucidato, ovviamente, pulito e sgombro anche dei granellini di polvere.
E le trombe già suonano a festa. Prime pagine di quotidiani virtuali, post sui social, proposti e riproposti da fan agguerriti che, probabilmente, arrivano finanche a crederci, mostrando una ingenuità proporzionale alla loro grinta. La ciliegia sulla torta, poi, è data dalla notizia, invero rivoluzionaria, che il sindaco riceverà i potentini che volessero parlargli: cioè meglio del Papa, o almeno uguale. Il Papa, infatti, ogni tanto riceve qualcuno, certo non due o tre giorni alla settimana, ed è per questo che il nostro sindaco merita, fin d’ora, un giorno dedicato come si fa coi santi. Magari proprio il 30 maggio, visto che il santo patrono lui lo vede già dall’alto.
Ora, pare che nei lontani anni sessanta, anni nei quali il sindaco della città non prendeva lo stipendio, fosse regola ordinaria, non eccezionale, ricevere i cittadini. Con gli anni, evidentemente, però, il sindaco ha assunto una tale autorevolezza, già dianzi paragonata alla divinità, che consente di attribuire il carattere della straordinarietà all’evento.
Ma tornando alla trasparenza, che già le norme imporrebbero alla attività della pubblica amministrazione (roba quasi da non credere, ma è la verità, giuro) e che quindi non è un regalo dell’odierno sindaco, mi vien da pensare che questo nuovo alito di efficiente limpidità possa includere anche gli acquisti a saldo degli immobili da parte dell’allora consigliere comunale, oggi sindaco, avv. Telesca. Anzi approfitterò delle giornate dedicate all’ascolto per recarmi personalmente dal sindaco e chiedere lumi, visto che avrebbe dovuto già farlo ma che se ne è, evidentemente, dimenticato. Giuro che poi riferirò a tutti.
Preannuncio, fin d’ora, che il mio colloquio potrà essere ascoltato da chiunque lo voglia, dai perditempo, agli osservatori di cantiere, dagli interessati ai curiosi, sempre che vi consenta anche il sindaco, ma immagino che non avrà difficoltà alcuna visto che ormai, per mille cannoni, siamo in regime di trasparenza.
A ogni modo, salvo essere smentito da una effettiva trasparenza che, ribadisco, inizi proprio dall’acquisto degli immobili, sentir parlare appunto di trasparenza, nel caso specifico, fa scompisciare dalle risate. Ma che volete, non tutti i proclami escono seri, qualcuno ha i connotati della gag e meno male, diamine, di troppa serietà si può anche ammalarsi.
Buona trasparenza a tutti.
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