Le uova di lompo

Le uova di lompo

Usa spacciarle per caviale.

L’uso di semplici formule pare sia tutto il condensato dell’arte politica.

Poi, pare, sempre, che per sovradimensionare queste semplici formule basti saperle comunicare.

E il gioco è fatto.

Dicono.

Peccato che tutto vada a catafascio.

Per esempio ve li ricordati i proclami sulle bollette del gas? Bene, ora non se ne sentono neanche gli echi, ma le bollette sono ritornate a funestare le notti dei lucani, come in quell’ orribile spot pubblicitario dell’uomo che si agita di notte al loro pensiero.

Tutti pensano ai dazi, il tempo che rimane è, giustamente, dedicato alla Champions, e i secondi residuati si passano a guardare i cantieri, per esempio quello del centro di Potenza, accanto al tempio del Santo Patrono, dove torreggia una tettoia in metallo che all’orribile aggiunge il prepotente.

Ora chiuderanno via Acerenza per mettere mano a una frana che blocca una scalinata da anni. Vivaddio, se ne sono accorti. Uno furbo dirà, ma quelli di prima? Mi dispiace, non colgo, quelli di prima sono quelli di ora, saranno quelli di domani e sono stati quelli dell’altro ieri: la classe politica è unica e risponde dell’inefficienza, altrimenti è troppo facile il gioco del “non è colpa mia”, perché ci sarà sempre un predecessore. Quindi la politica ripara una frana a distanza di anni. In definitiva una cosa indecente. Ma ecco che ci soccorre la “comunicazione”: e arriva uno spot pubblicitario con sindaco e assessore che ci spiegano cosa faranno, finalmente, col sottotitolo “meno male che siamo arrivati noi”. Ma perché prima chi c’era? Sempre un frutto delle nostre classi politiche, cavolo.

Perché ormai esistono due categorie: una dei politici che fanno spot con amabili sorrisi e nulla più, e quella dei sudditi che pagano le bollette, lavorano, se possono, fanno sacrifici e non sorridono più.

Sperare in politici capaci è impossibile, e la situazione attuale, formatasi nell’arco di decenni, durante i quali si sono alternate forze politiche (apparentemente) diverse, ne è la prova lampante.

In verità vale sempre il detto “diffidare delle imitazioni”, e i nostri politici, tutti, sono delle cattive imitazioni dei politici veri, un surrogato scadente, uova di lompo anziché caviale.

A ogni modo io rileggo sempre l’aforisma di Oscar Wilde che recitava: “una carta geografica che non comprende l’isola di Utopia non merita uno sguardo”. E io non la guardo.

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