Un popolo fedele e coerente.

Un popolo fedele e coerente.

A noi potete toglierci tutto ……. tranne …. tranne …. boh!

A guardare indietro negli anni, scavando nella più recente storia della Basilicata, sorprende un dato più o meno eclatante: i lucani sanno incassare e anche premiare i loro torturatori.

Mi spiego: per decenni, privi di infrastrutture degne di questo nome, costretti a emigrare per lavorare, anche se non soprattutto chi valeva, costretti a chiedere una raccomandazione per sopravvivere e dare un mediocre futuro ai propri figli, sempre pronti a togliersi il cappello davanti al politico di turno, ebbene i lucani non hanno mai battuto ciglio, premiando per un lunghissimo periodo quella piovra del centro sinistra, del quale si parlava male ovunque tranne che nel seggio. Poi, di fronte al suicidio della sinistra, capace davvero di superarsi in male, ma soprattutto in crisi per non poter dar da mangiare a dovere a tutti i suoi sudditi votanti, si è timidamente affacciato il centro destra che, senza strafare, anzi, ha governato e si è visto riconfermato.

Insomma i lucani vanno con chi vince e comanda, senza nutrire dubbi e senza mettere in ballo le proprie opinioni, cangianti a seconda del vento che tira, ovverossia diafane tendenti all’inesistente, riconducibili al noto principio di estrema coerenza al “basta che c’è qualcosa per me”.

Complice un centro sinistra allo sbando può avere la strada spianata per un bel pezzo. Ragion per cui non v’è motivo di dubitare che la città possa addirittura promuovere di nuovo il suo sindaco uscente, nonostante sia riuscito a essere statisticamente il peggiore d’Italia. Niente di più difficile che la città di Potenza, sorda alla disfatta urbana, punti ancora sul sindaco uscente che viene proposto da un partito che è maggioranza nel paese.

Cosa spinga i lucani e nello specifico i potentini a volersi tanto male, va individuato nelle pieghe della più totale mancanza di cittadinanza, nell’individualismo più sfrenato (basta che va bene a me), nell’attitudine alla vita da passero che si accontenta delle molliche non ritenendo di avere ulteriori diritti, requisiti che poi li spingono a bestemmiare contro il loro governo ogni volta che devono prendere un treno, percorrere la Basentana o soltanto i marciapiedi cittadini, salvo tradire il pensiero con l’azione al momento del voto.

Stia tranquillo, quindi, il Sindaco uscente, ha buone possibilità: l’elettore di centro destra non ha alternative e quello di centro sinistra è minoritario; ecco, potrebbe perdere solo contro l’astensionismo, che, però, è ancora fuori classifica come la seconda squadra della Juventus in serie C.

Anche l’elettore del centro storico, che, dicono, abbia preferito l’alternativa di sinistra alle scorse elezioni, alla fine non conterà nulla, anzi, magari qualcuno si convincerà che un ultimo in classifica non può peggiorare, dimentico del detto di Allen, secondo il quale c’è chi, arrivato in fondo, invece di risalire, scava.

E se alla fine il sindaco uscente dovesse piegarsi al malumore che una sua ricandidatura desta in chi si era fatto altri progetti, ritirandosi, vorrà dire che ancora una volta, e solo in Basilicata, la politica va più veloce della società.

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