Per una lira ….

Per una lira ….

E’ un affare, sai.
Amico caro,
se ho chiesto troppo,
dammi pure la metà.

La famelicità e la forte contrapposizione che caratterizza ogni spartizione del potere mostra sfacciatamente i limiti della politica e il suo ormai definito abdicare alla funzione di cuscinetto sociale.

Nella nuova giunta pochi sono quelli autonomi economicamente, il che fa capire come la finalità di “ufficio di collocamento” delle elezioni sia diventata la sua funzione preminente.

Niente di nuovo sotto il sole, perbacco, da anni ormai funziona così, solo che il fenomeno si è cronicizzato e sembra che non ci sia spazio per scelte politiche con obiettivi nobili. Non che non sia nobile dare uno stipendio a chi non ce l’ha, ma a questo dovrebbe servire altro, non la politica intesa come amministrazione.

Come si possa conciliare un progetto con scelte così strutturalmente limitanti è difficile comprenderlo. Ma fanno vieppiù sorridere gli slogan della politica quando si tratta di pubblicizzare la propria parte politica che viene mostrata come quella in grado finalmente di.

Roba da ridere, prima e dopo.

Ufficio di collocamento, dicevo. Già, la funzione di “trovare uno stipendio” per tizio o caio, impedisce la ricerca di chi sia in grado, per competenza, esperienza o genio, di fare bene della città, e deprime la politica espropriandole quanto ha di nobile, lasciandole quanto ha di sporco. Credo sia anche, a questo punto, comprensibile, se non fisiologico, di come possa generarsi la cosiddetta “ignoranza collettiva” di leggi e regole, come manifestatasi, per esempio, nella vendita di un immobile a un consigliere comunale, accadimento impensabile dove la figura del venditore e dell’acquirente si sono sovrapposte lasciando trasparenza e regole nella mangiatoia dei tacchini.

Di questo passo un’etica della buona amministrazione è impossibile e le violazioni cresceranno anche sul presupposto che di regole non ne esistono, perchè non conosciute, non avvertite e se pure avvertite spavaldamente violate. L’indifferenza, che però è palesemente finta, degli interessati alle denunce ormai pubbliche, non è altro che un modo di manifestazione dell’arroganza e della tracotante certezza che, e mi ripeto, il principio che davvero vale è quello dell'”io sono io e voi non siete un cazzo” che fa della nostra democrazia più che una barzelletta una tragedia destinata a finire male.

Ma oggi, a Potenza, con la definizione della giunta, possiamo stare certi che la funzione della politica di “dare uno stipendio” , è stata realizzata, anche brillantemente. Manca qualche tassello, in attesa che anche gli ultimi recalcitranti abbiano fissato il loro prezzo nel mercato della politica. Domanda e offerta stanno per incontrarsi e l’affare è ormai fatto, con buona pace di chi ci rimarrà fuori, al quale, però, varrà la pena di non fare polemiche perchè prima o poi potrebbe toccare a lui e lasciare tracce di dissenso potrebbe non favorire l’operazione.

Bacioni, con possibile bonus. Appena ricevuti, basterà scartavetrare il retro e vedere se se ne è vinto un altro o se si è vinta una crociera su quella parte di Basento navigabile insistente sulla particella X del fol Y di mappa.

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