Alla faccia della democrazia.
La sovranità appartiene al popolo, recita pomposamente il secondo comma del primo articolo della tanto osannata Costituzione italiana.
Giurerei che nessun italiano si sente, però, sovrano; più facile che si senta suddito o, al meglio, un cittadino che per sentirsi partecipe della vita democratica, al più, può votare un partito, affidandosi per la scelta del candidato all’elenco predisposto dai partiti, secondo logiche tutte interne, e questo una volta ogni cinque anni, se governa il centro destra, più frequentemente se governa il centro sinistra.
E’ il bluff della democrazia rappresentativa, nella quale il tuo rappresentante non te lo scegli, ma te lo impongono. Ed è un rappresentante senza obbligo di rendiconto, pensa tu che rappresentante. Un rappresentante che può anche cambiare partito, anche se tu lo avevi votato pensando che fosse dei tuoi. Potrebbe anche starci, ma solo se io avessi potuto scegliere la persona, invece, non solo non puoi scegliere la persona ma potresti contribuire alla elezione di una persona che il mese dopo cambia schieramento. Bella fregatura!
E’ quello che successe ai 5 Stelle quando candidarono Caiata e questi si defilò subito per approdare a Fratelli d’Italia, che lo accolse a braccia aperte perché, primo, un parlamentare non è per sempre e, secondo, a caval donato non si guarda in bocca. Princìpi, questi, di vita vissuta e di politica.
Ma, tornando alla Costituzione, vorrei capire come si esercita la sovranità popolare. Più facile raccontare come non si esercita affatto. Perché, alla fine, i parlamentari non fanno più neanche le leggi. Queste le fanno i governi e i parlamentari alzano la mano secondo il dictat del partito di appartenenza. Bella roba e bella democrazia!
La Costituzione, quindi, mente spudoratamente, ovvero la sua applicazione è stata col tempo deviata, corrotta, resa impalpabile da leggi elettorali e non solo, che, pur non avendo uguale rango, di fatto, l’hanno affossata. La Corte Costituzionale, poi, non l’ha difesa come avrebbe potuto e dovuto.
Che, poi, alla fin fine, il sistema italiano di democratico non ha neanche una larvata apparenza. E’ vero che in teoria tu che oggi non sei nessuno, domani potresti essere anche il Presidente della Repubblica, come cantavano i Giganti negli anni sessanta-settanta, ma in pratica se sei usciere, tale morrai, a meno che non la democrazia, ma un sistema familistico non ti promuova prima amministrativo e poi anche dirigente.
D’altronde non è teoria politica di oggi e nemmeno di ieri, quella secondo la quale in qualsiasi forma di sistema, fosse anche il più democratico immaginabile, il potere finisce per accentrarsi sempre in pochissime mani. Vedi un partito (benedette correnti che fine avete fatto?), vedi un qualsiasi ufficio, o ente, o presidio di giustizia; vedi un ordine professionale o cos’altro: a comandare sono sempre pochissimi. L’unica vera e residuata forma di democrazia pura sono i condomini, e, manco a farlo apposta, le assemblee decidenti sono infrequentabili, semplicemente perchè una forma pura di democrazia è impraticabile. Quindi altro che popolo sovrano, verrebbe da pensare sovrano di questa minchia, e mi perdonerete il linguaggio poco locale.
Inevitabilmente non scopro certo l’acqua calda, ma sarebbe il caso di evitare di essere ipocriti anche nel midollo e affrontare la vita raccontandoci la verità. Potrebbe valerne la pena.
Bacioni, estensibili.
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