No alle quote rosa fra i candidati, si alla parità di genere nelle amministrazioni pubbliche.
Le quote rosa non è che sono umilianti, sono solo, ma in maniera prepotente, ipocrite.
Garantire la partecipazione alla competizione non garantisce l’accesso alla politica effettiva, mi pare evidente, talchè rimane una forma ignobile di parificazione dei diritti.
Il problema andrebbe affrontato più seriamente.
Se, quindi, si considera la partecipazione di ambo i sessi alla politica effettiva un diritto primario, necessario, finanche inalienabile, bisogna garantire la presenza nelle varie assise, non solo nelle liste dei candidati. Quindi, se un consiglio comunale prevede 30 consiglieri, ebbene che siano quindici destinati agli uomini e quindici alle donne, e basta. Se un consiglio di amministrazione prevede cinque consiglieri e un presidente, che siano nominati tre uomini e tre donne. Se la camera dei deputati prevede X onorevoli, che siano metà uomini e metà donne.
Ogni diversa disciplina normativa è inutile, lo ripeto, ipocrita e quello che si vuole aggiungere si aggiunga. Strano che nessuna donna abbia presentato una proposta di legge in tal senso. Bene che lo facciano gli uomini.
Un ruolo effettivamente paritario della donna nei consessi pubblici contribuirebbe, anche, alla elevazione della donna nella società, combattendo ogni subdola forma di sessismo ambo i lati.
Ma vado oltre. Anche i concorsi pubblici andrebbero rivisitati con la conseguenza che, fra i vincitori, ci sia un pari numero dei sessi, e nelle assunzioni per scorrimento una semplice e proficua alternanza. Con una efficace lotta anche alle raccomandazioni.
Se poi si vuole sostenere che una tale ipotesi sia illegittima se non addirittura incostituzionale, ebbene, facciamola finita anche con le quote rosa, chè non servono a un tubo, se non ad arruolare nelle liste chi di candidarsi non ci avrebbe proprio pensato. La politica non ha bisogno di tappabuchi, ma di talenti, politici si intende, ma talenti, non improvvisatori dell’ultima ora, urbanisti per caso e amministratori per scommessa.
Il presente invito è rivolto anche alla Presidente del Consiglio, perchè valuti l’opportunità di aprire quantomeno una discussione.
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