Morti di fame

Morti di fame

Indecente!

Leggo il fondo di Grasso sulla Nuova e convengo su quanto si dice della Basilicata e cioè che sia in forte aumento la povertà.

A cominciare dai suoi rappresentanti regionali che, unici datori di lavoro di se stessi, hanno, però, a differenza delle altre categorie, invertito il trend degli stipendi, aumentandoseli corposamente. C’è chi può e chi no. Pazienza e buon per loro.

A detta del giornalista anti Bardi per costituzione fisica e predisposizione cromosomica, non solo si sono concessi un aumento (giustificato dalla necessità di avere collaboratori qualificati, tipo uno scienziato o un professore universitario), senza neanche trattative sindacali per lo mezzo, ma hanno anche abolito l’obbligo di destinare il cosiddetto contributo ai collaboratori appunto a questi ultimi. Cioè pare che se li possano spendere per i fatti loro, diventando i portaborse di se stessi, che figata!

Sulla trasversalità del consenso all’aumento c’è poco da dire, se si ha bisogno, si ha bisogno, perbacco e i principi valgono poco di fronte alla cruda necessità (vero Verri?). Dice la grillina di una volta che un collaboratore di valore, caspita, costa, non è un qualsivoglia portaborse (ipse dixit).

Ma non fraintendetemi: i rappresentanti del popolo (tutti in piedi) non è che se la passassero male, diciamolo, nonevèro, altrimenti si potrebbe pensare che siano davvero malmessi e cioè incapaci economicamente di arrivare a fine mese, gli è che sono morti di fame nell’anima. Come sia possibile, di fronte a una situazione economica grave, di fronte a giovani disoccupati, con precari di ogni genere e specie, decidere di aumentarsi corposamente le indennità senza alcuna vergogna e in maniera unanime, deve essere fonte di studi approfonditi: una tal faccia tosta non è umana, cavolo.

Quanto agli astenuti o assenti, bene, questi sono ancora più facce di bronzo, perchè non hanno diviso la responsabilità, ma solo i benefici. Ecco, fossero persone serie dovrebbero astenersi anche dal percepire l’aumento, non solo dal votarlo.

La fame di soldi è apparsa tragicamente all’indomani dell’insediamento: il tempo di fare quattro conti e capire che no, così non si può andare avanti e, quindi, ai primi di agosto, a luci soffuse, si sono votati la leggina.

Indecente.

Lo avrei capito, giuro, se la legge fosse stata accompagnata da una relazione che avesse spiegato, conti alla mano, come non possa essere concepibile andare avanti con quello che percepivano prima, tipo: x per la benzina, ex per l’aggiornamento, x per la colf, x per l’abbonamento a Sky, X per la callista, x per la pizza il sabato sera, x per l’aperitivo da offrire agli amici, x per i sigari d’ordinanza, x per i massaggi, x per creme e profumi (senza andarli a fregare in aeroporto), x per la rata di mutuo e x per varie ed eventuali, bene cosa rimane? Più o meno una cippa. Ecco una relazione del genere mi avrebbe convinto e avrei brigato per un arrotondamento in eccesso.

Una chicca ci viene dalla pentastellata che ha proposto la legge, poi (sua dichiarazione) in commissione ci ha capito qualcosa di più, si è vergognata e si è astenuta, e poi ciccia, ma chissenefrega.

Perla finale.

Magari facessero davvero belle leggi. Le ultime le hanno tutte scopiazzate da altre regioni, qualcuna è stata dichiarata incostituzionale, le altre non ne parliamo. Insomma perchè un consigliere regionale costi tanto alla comunità se il suo apporto in termini di alacre fattività si risolve nell’approvazione di una leggina che consente loro di mettere da parte qualche migliaio di euro o fare vacanze lussuose e poc’altro, lo sa solo iddio?

Stupido che non sei altro! Un consigliere regionale costa tanto perchè non ci faccia fare brutta figura quando, semmai, va a un ricevimento nella villa di tizio.

Ah! Scusate allora. Beh, fatemi rimediare, mi avanza un euro, dov’è la cassetta delle offerte ai politici bisognosi?

PS: e al comune non esiste il codice civile e gli immobili comunali si svendono ai consiglieri, con il benestare di tutti, e alla regione si aumentano gli stipendi, cavolo, non se ne potrebbe più, non vivessimo a Potenza e in Basilicata, la terra dove oggi non sei nessuno, ma se domani sei un consigliere, fanculo a tutti.

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