Ma come si respira bene in Basilicata.

Ma come si respira bene in Basilicata.

Più di un’industria potè il fagiolo.

Cioè se qualcuno leggesse i giornali locali oggi esulterebbe perché, vero e proprio orgoglio, l’aria della Basilicata è fra le più pulite. E ci mancherebbe, diavola di una notizia: non esiste, da noi, inquinamento da traffico aereo, i treni sono scarsi, le strade impercorribili e comunque percorribili a velocità limitatissima, visti i frequenti restringimenti di corsia. Come la dobbiamo inquinare l’aria? Con le scorregge?

Altro orgoglio sono le basse emissioni industriali! E qua la presa per i fondelli è al culmine. La nostra produzione industriale sarà l’ultima del mondo, diamine, da dove possono arrivare le emissioni industriali? Forse da scorregge di gruppo?

I dati, poi, sono del 2020, come dire attualissimi, ma il comunicato dell’assessora al ramo è comunque entusiastico e, ancora, nel 2020 stavamo tutti chiusi a casa, faceva caldo, l’uso dell’auto era diminuito del 65%, per dire, un’impresa inquinare l’aria.

Non nomina l’assessora la pessima situazione delle acque di falda e reflue, fra le ultime del mondo, che, aggiunto alla mancanza di industrie, lascia perplessi e non poco. Ma i giornali, rassicuranti e governativi, non fanno cenno all’acqua, solo all’aria. Ci pensa un redivivo TG3, che, con un colpo di orgoglio, ribaltando la linea dei quotidiani, getta l’affondo, sebbene con la grazia che si conviene in un paese nel quale l’informazione è uno dei misteri della Madonna di Fatima.

Insomma, suvvia, festeggiamo il fatto che 5 anni fa avevamo una buona aria, anche perché disoccupazione e trasporti di livello 0 virgola, se ci avessero portato anche un’aria cattiva vuol dire davvero che era colpa del fagiolo di Sarconi.

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