La necessità di crescere, l’obbligo di arrestare il declino politico.

La necessità di crescere, l’obbligo di arrestare il declino politico.

Il declino dei partiti, una scottante realtà.

Anni fa, quando il PSI era condotto da Bettino Craxi e governava il paese, ebbi modo di partecipare al loro congresso, quello che si tenne a Bari. Fu un’esperienza illuminante. Compresi, d’un colpo, quello che poteva (o doveva?) essere lo spessore politico di un ministro o di un parlamentare. Capii che un partito, nei momenti congressuali, si ripiega su se stesso, si sforza di elucubrare sintesi ideologico-pratiche, si impegna a tradurre il comune pensiero politico in attività politica e amministrativa. Colsi l’essenza dell’essere partito, cioè di condividere un’idea, salve le diverse maniere per metterle in pratica attraverso la politica attiva, l’amministrazione di ogni giorno. Un congresso, insomma, come momento di riflessione e di crescita, a prescindere dall’intensità dei contenuti di ogni intervento, dalla passione che tracimava le parole, dalla logica politica che si imponeva.

La premessa vale a introdurre l’argomento.

Domenica si è tenuto il congresso cittadino di Fratelli d’Italia. Dei vari interventi ne ho seguiti pochi, uno per intero, quello del senatore Gianni Rosa. Un intervento dai contenuti politici inesistenti. Farcito di messaggi più o meno subliminali agli avversari interni, qualche ricordo e poco altro. Certo, non era un congresso nazionale, bensì solo cittadino, ma questo non toglie importanza all’evento, non lo priva della necessaria componente politica. Non ho ascoltato gli altri parlamentari, ma francamente credo di non essermi perso niente. Ora l’abisso che separa un Congresso di una trentina di anni orsono da un Congresso dei nostri giorni è ineccepibilmente manifesto. Sono certo che uguale spessore avessero i Congressi degli altri partiti negli anni che precedettero il nuovo secolo così come sono convinto che uguale pochezza di contenuti abbiano quelli degli altri partiti ai nostri giorni, quando si tengono.

Il declino valoriale del politico medio è sotto gli occhi di tutti. A perdere spessore sono i contenuti politici, oltre al linguaggio, impoverito e simile agli spot sui social, a guadagnare terreno la dialettica sulle squallide beghe interne, che si può anche chiamare pettegolezzo o zuffa verbale, meglio se rissa rionale d’altri tempi. Leggo che qualche calcio tirato a un uguale appartenente al partito da un collega ha fatto da contorno ai miseri discorsi e la frittata è cotta e pronta per essere servita.

Ora mi chiedo cosa abbia dequalificato la politica in misura così massiccia negli ultimi decenni. Probabilmente si è fatto uso della democrazia nella maniera peggiore: si è aperta la porta, cioè, a chiunque, sebbene sfornito dei requisiti minimi, e la mediocrità ha avuto il sopravvento. I partiti non sono più scuole per le eccellenze, ma palestre per i più muscolarmente dotati.

Toccato il fondo? Magari, così potremmo sperare in una risalita. Dare un esempio, che parta appunto dall’averlo indetto un congresso, passando per la ricerca di una classe dirigente consapevole del ruolo, responsabile e capace, può essere il secondo passo. Fratelli d’Italia, che è partito di maggioranza, o si struttura secondo logiche meritocratiche e di spessore o è destinato a partorire spot insulsi come gli altri partiti.

Basta che cominci un partito e l’esigenza di migliorarsi diverrà comune.

Ci vuole coraggio, la faccia tosta di credersi presuntuosamente capaci non basta più. I votanti diminuiscono anche per questo, per l’impossibilità di riconoscersi in queste macchiette travestite da statisti.

Il neo segretario cittadino di Fratelli d’Italia ha passione e questo è un messaggio diretto innanzitutto a lui. Se crede nella politica saprà che solo quella Alta ha senso.

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