La democrazia rappresentativa in Italia, vittima di un equivoco.

La democrazia rappresentativa in Italia, vittima di un equivoco.

E continuiamo a fare finta.

Viviamo in un sistema di democrazia rappresentativa. Ma c’è qualcuno che si sente davvero rappresentato?

I nostri rappresentanti sono i parlamentari che, vivaddio, da quando vengono eletti non sulla scorta di una scelta popolare, ma perché scelti dai partiti, secondo logiche che nulla hanno a che fare con l’esercizio della democrazia, sono diventati entità astratte che qualche volta puoi vedere in TV biascicare uno slogan da quattro soldi. Come viene esercitata la rappresentanza, quindi, è un mistero, in quanto anche i partiti hanno relegato nella soffitta gli incontri con i cittadini.

Quindi come faccia un parlamentare qualsiasi a rappresentare me, è di difficile comprensione.

Il parlamentare, ormai, rappresenta solo il leader che lo ha voluto a Roma, per il quale alza una mano o schiaccia un pulsante, nessun rapporto lo lega al popolo, neanche la questua dei voti.

Tutto ciò rappresenta un grave vulnus alla democrazia rappresentativa, che è tale solo per definizione.

Ma è di tutta evidenza che un rappresentante degno di tale nome, coltiva gli interessi esclusivi dei rappresentati che, in teoria possono confliggere con quelli di partito. Nel votare una legge, che rimane, oltre al controllo, l’unica sua nobile funzione, il parlamentare deve portare gli interessi del popolo, ma se non lo ascolta neanche, come può farlo.

Ed ecco che la democrazia rappresentativa tale non è e finisce per non essere neanche una democrazia, ma un potere autoritario esercitato da pochi, con la complicità degli avversari che tutto fanno tranne che rappresentare, anche loro, il popolo.

Il sistema americano è altro e, con l’elezione diretta del suo Presidente, lega questi ai cittadini americani in maniera indissolubile, tanto da consentire al popolo di sostituirlo se non li ha rappresentati come volevano.

La nostra non è una democrazia ma un pastrocchio inguardabile che accentra ogni potere in pochissime mani. Anche la tradizionale suddivisione dei poteri è fittizia. Basti pensare al numero dei magistrati che lavorano nelle segreterie dei ministeri a preparare leggi, in violazione del principio che li vede giammai legislatori bensì servitori della legge.

In Italia, insomma, si scimmiotta la democrazia, sistema cui nessuno davvero aspira e come per tutto, basta la facciata che, quotidianamente un Presidente della Repubblica lustra e lucida.

Roba da matti.

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