La meditazione, va di moda, ma pochi sanno come si debba seriamente approcciare. E’ sempre consigliabile una guida.
Si fa un gran parlare di meditazione. I benefici sarebbero straordinari, a leggere gli articoli dedicati e, probabilmente, è così. Ma perchè si abbiano benefici consistenti e reali è necessario meditare per anni, o per mesi per quelle persone cha abbiano un minimo di confidenza con le tecniche orientali, che siano di respirazione, di Yoga o altro.
A volte occorrono mesi e mesi per trovarsi per qualche secondo in uno stato di beatitudine.
Meditare seduti è sicuramente arduo. La posizione cui non si è abituati, quella schiena da tenere drittissima, quelle spalle da abbassare ogni minuto, ma soprattutto quella testa ribelle che vaga e non si concentra.
Perchè l’obiettivo della meditazione fondamentale, al di là di ogni enfatizzazione o specializzazione, è, appunto, liberare la testa dalla tirannia della mente. Rimanere qualche minuto con la testa sgombra di pensieri, ecco, questo è già più facilmente raggiungibile.
Esiste una forma di meditazione che può essere eseguita camminando. Questo metodo evita posizioni scomode (semmai da praticare successivamente e progressivamente) ed è più facile seguendo qualche particolare accorgimento che mi permetto di indicare alla luce della mia ventennale esperienza diretta.
Andatura, abbigliamento, e distanza sono particolari assolutamente secondari.
Importante è che il passo sia quello abituale, come l’andatura, la schiena dritta e il movimento della braccia naturale, giammai accentuato, giacchè non stiamo facendo un allenamento di fondo.
I sensi che verranno impegnati sono la vista e l’udito.
Questo tipo di meditazione comporta un grado di concentrazione medio alto. Quindi la vista sarà impegnata esclusivamente a guardare dove si poggiano i piedi e lo stato della strada, quindi rimane fissato, senza esagerazione, sullo spazio che precede di un metro circa i nostri piedi. Guarderà se è pulita la strada o se è sporca, se c’è un avvallamento o un rialzo, se c’è pietrisco o mattonelle particolari. E’ sempre preferibile un fondo stradale non uniforme, proprio per tenere attiva la concentrazione visiva.
Con l’udito staremo attenti a ogni rumore, che sia un cinguettare, un rombo di un motore o le chiacchiere di chi si incrocia, il vento o la risata di un ragazzino.
Bisognerà stare concentrati, poi, su come si mettono i piedi a terra. Spesso trasciniamo i piedi non sollevandoli abbastanza e incontrando sotto la suola il terreno prima che tocchi terra il tallone. Questo è da evitare. Bisognerà camminare sollevando i piedi e stando attenti a non trascinarli mai. Quando capiterà vorrà dire che non stavamo abbastanza concentrati.
Il respiro dovrà essere regolarmente naturale. Ripeto non ci stiamo allenando, stiamo sgombrando la mente.
Ora non è facile badare alla strada, ai rumori, al passo e al respiro contemporaneamente, almeno non da subito. Quindi è bene ciclicamente attivare una delle concentrazioni indicate: per un tratto, mai troppo lungo altrimenti la mente prende il sopravvento, per esempio, sentiremo i rumori, per un secondo tratto guarderemo attentamente dove poggiamo i piedi, per un altro stare attenti a sollevare i talloni e a non trascinare mai i piedi e via discorrendo.
Non ci deve distrarre il paesaggio, quindi si può camminare ovunque, non dobbiamo indossare cuffie per ascoltare musica o rispondere al telefono (per qualche minuto possiamo concedercelo ve lo assicuro, non si fischia o canticchia, si cammina concentrati e basta.
Conviene cominciare con pochi minuti, per prenderci la mano, poi, man mano aumentare, aspettando che sia naturale protrarre la camminata sempre di più.
L’obiettivo è non pensare, in altri termini non farci dettare l’agenda dei pensieri dalla mente, che è subdola e non ci vuole sempre bene. Approfitta, infatti, sempre di ogni istante o accadimento per farci montare inutili ansie, farci vedere i mali peggiori, o entusiasmarci senza un serio motivo, alimenta la vanità, la presunzione o ci fa inventare carognate impensabili nei confronti di chi non ci piace. Abbiamo invece bisogno anche di altro, di pace, per esempio, e la vera pace ce la regala solo una mente serena, placata come un mare calmo, dandoci l’opportunità di caricarci per quei momenti in cui il mare sarà burrascoso, inevitabili ma che alla fine ci regalano vita reale.
Alla fine della camminata meditativa possiamo regalarci un supplemento di camminata più ritmata e semmai con la musica preferita nelle orecchie, perchè il ritorno alle occupazioni abituali sia positivo, allegro e appassionato.
Benefici: questa è la parte che più incuriosisce e che in genere contiene più fandonie. Non ce ne saranno fintantochè non capirete cosa significa e quanto vale svuotare la mente. Poi saranno progressivi e potranno arrivare fin dove vorrete.
Parola di
Bontà consapevole del cuore, così come chiamato al momento del battesimo buddista a cura di Thich Nhat Hanh.
mail per contatti: bontaconsapevoledelcuore@gmail.com
1.continua..
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