Una città da rifondare.
Con la speranza che non se ne abbiano a male i redattori dei programmi (?) degli odierni candidati sindaci della città di Potenza, significo che, per Potenza, ci vorrebbe un programma siffatto:
- Urbanistica. Consegna della città a un urbanista che abbia superato un concorso di idee non falsato da conoscenze e raccomandazioni e gestito da una commissione di indiscutibili nomi dell’architettura. Nel bando saranno fornite le indicazioni politiche di riferimento, che tradotto, significa “Potenza è questa, ha queste caratteristiche e questi problemi, prego risolverli, previo recupero di spazi e immobili”.
- Barriere architettoniche. Ci scusiamo per il ritardo e l’insipienza finora usate. Inutile fare proclami, chè, se no, facciamo come tutti quelli di prima. Ma si assicura pentimento e riscatto.
- Buche e marciapiedi. Pur riscontrando una certa consuetudine e anche una particolare affezione per le buche storiche e per i marciapiedi che non vengono sistemati da decenni ovvero la rassegnazione per la mancanza di quelli da sempre annunciati e mai realizzati, varrà la promessa di una buca alla settimana e un marciapiedi a stagione.
- I tributi, ormai ai massimi, già è una cosa se si promette di non aumentarli ancora.
- Servizi pubblici. Mai più autobus vuoti, mai più scale mobili dell’orrore, mai più secchi d’acqua per raccogliere quella che piove dentro.
- Bagni pubblici. Faranno anche gli straordinari. Aperti anche alla domenica. E non si pensi che sia cosa tanto banale. Una pipì, quando scappa, non accetta ragioni.
- la burocrazia conoscerà un minimo sindacale di gentilezza e accorcerà i suoi tempi, con verifica della laboriosità del personale periodica e rimozione dal servizio alla terza inadempienza o ritardo.
- Centro storico. Possibilmente chiusura alle autovetture, ma decide l’urbanista.
- Parcheggi. Come se piovesse, ma non al centro storico, accessibile solo con mezzi pubblici.
- Negozi e appartamenti sfitti. Calmierare i canoni comporterà uno sconto sui tributi per il primo quinquennio.
- Turismo. Se proprio si deve alimentare Potenza verrà sponsorizzata a ogni livello per quello che è, cioè una rarità quale capoluogo peninsulare più alto d’Italia, e, fiore all’occhiello, via Pretoria, il corso pedonale più lungo che inizia e finisce in un parco.
- Sport, impiantistica. Favorita l’iniziativa privata, previa verifica scientifica dell’effettivo fabbisogno e dell’effettiva domanda.
- Università. Se non si creano strutture idonee inutile parlarne. Serve un non politico che ne capisca da individuare e spremere come un limone.
- Edilizia scolastica e prescolastica. Qua si deve investire. Non so come, però, allo stato.
- Ospedale. Parcheggi meno salati, dottori meglio pagati, classe dirigente di valore. Come? Guardare all’allegato “Basta raccomandazioni e filiere”.
- Corsi di educazione, civica e non, nelle scuole e anche per adulti, corsi di recupero, anche intensivi, con particolare attenzione per favorire i sorrisi quale condizione per rapportarsi con gli altri.
- E infine niente post con l’assessore accanto a una ex buca, niente inaugurazioni in pompa magna, niente autocelebrazioni ( e da questo punto di vista ammetto di non essere certo di garantire per tutti).
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