Il grande equivoco

Il grande equivoco

Manca l’aria, si soffoca!

Non so se dipenda dalla mancanza di una economia solida e autonoma dalla politica o da una sostanziale e cronica mediocrità generale e comunque crescente, se non proprio da un residuo di sottomissione atavica verso il potere, ma, dalle nostre parti, vige (e il verbo non è usato a caso) la convinzione che tutto dipenda dai politici e dai politici che amministrano. Il che, da un lato spinge i cittadini a un atteggiamento indolente e poco responsabile (i parcheggi selvaggi e lo spargimento della spazzatura e dei resti delle serate brave stanno lì, pare apposta, a dimostrarlo), dall’altro induce i politici o sedicenti tali a immaginarsi ognuno un autentico “deus ex machina”, infallibile o giù di lì. Quest’ultimo aspetto li spinge a farsi carico di tante cose che non toccano a loro, dimenticando quelle poche cose doverose che, invece, competono loro per legge.

Penso, e non nascondo che lo faccio sorridendo per tanta ingenua supponenza, alla musica per strada o alle sdraio in piazza, passando per il campo da tennis offerto gratis. Tutte emerite sciocchezze che non cambiano di una virgola la vita dei potentini ma che provano a indirizzarle verso un unanime e piatto consenso che si saldi attorno a un riconoscente “ma come è bravo questo sindaco che pensa a tutto”.

Balle, anche galattiche.

In una democrazia che si presume liberale, largo deve essere lo spazio lasciato all’autonomia dei privati, alla loro fantasia, che, pescando su un bacino ampio e sposandosi con esigenze, anche, di interesse economico, in linea di massima subissa quella che può partorire il sindaco di turno, che, per quanto lungimirante, visionario (e qua dal sorriso passo alla risata, perchè non c’è niente di visionario in una sdraio, grazie a dio) o geniale, rimane il figlio di una misera politica di provincia, con una scuola politica con insegnanti che abbiamo imparato a criticare e anche aspramente (tanto per dirne una, quei politici che ci hanno isolato dal resto d’Italia, non dandoci un treno, una strada decente, un velivolo).

La capacità di un sindaco (e non dico di una giunta perchè in genere questi organismi sono gestiti in maniera piuttosto autoritaria) sta, piuttosto, nel favorire l’iniziativa privata, porle dei limiti, solo laddove siano a rischio gli interessi pubblici, e, semmai, indirizzarla verso un obiettivo politico chiaro, dichiarato e realistico. Per il resto un sindaco deve fare, benissimo, quello che rientra nella ordinaria amministrazione (cura delle strade, dei marciapiedi, uffici funzionanti, personale educato e responsabile, servizi decorosi, opere pubbliche fatte bene e in poco tempo) e bene quello che rientra nella straordinaria amministrazione (abbattimento del debito, bilanci a posto, qualificazione del personale, obiettivi a medio e lungo termine).

Ora è appena il caso di notare che il nostro sindaco ha cominciato provo lì da dove non si deve passare proprio. Una sdraio in piazza è cosa buona se gradevole alla vista, comoda e semmai a servizio di un esercizio, che, peraltro, se ne prenda cura e non lasci che i vandali di turno si levino lo sfizio di distruggerle, per esempio. La musica per la via Pretoria è bene che la chiedano i commercianti e se la paghino loro, se ha un ritorno di benessere e di buona accoglienza (potrebbe anche essere vero il contrario, infatti). Il campo di tennis gratis è una scelleratezza, perchè non offre i servizi necessari e non si assumono le responsabilità di un incidente.

Dice, ma dagli tempo. Ebbene non c’è tempo per scale mobili totalmente inagibili e parzialmente non funzionanti, sono una emergenza. Non c’è tempo per quei marciapiedi impercorribili, non c’è tempo per quei mini cantieri in giro per la città. Non c’è tempo per dare ai cittadini l’idea di quali idee si hanno.

Il resto è fumo negli occhi. Quello stesso fumo che ancora oggi, a distanza di tre mesi, avvolge i misteri immobiliari del Sindaco, sui quali non ha inteso fare chiarezza, dimostrando, qui con chiarezza, che sono enormi. Come enormi sono le responsabilità di una opposizione chiusa sull’argomento perchè incapace di pretendere lealtà, chiarezza e legalità totale, quasi le si possano un domani chiedere a lei e non fosse in grado di garantirle.

Ora di tutte queste cose non dovrebbe parlarne il sottoscritto, ma i partiti, che, invece, non sanno neanche di cosa io stia parlando, dall’alto della loro supponenza derivata da quella caratteristica di cui si diceva innanzi.

In altri termini a Potenza vige una squinternata monarchia elettiva che di democratico ha soltanto la povertà culturale e politica dei contendenti.

Chiedere di aprire dibattiti su questi argomenti è inutile e si fa un buco nell’acqua, perchè non c’è ambiente intellettuale (?) che se ne sappia fare carico. Parlare di cose serie, a Potenza, è inibito. Di conseguenza Potenza sta stretta a tutti quelli che hanno bisogno di crescere e non di stagnare. E’ davvero beffardo sentir parlare di Potenza come fenomeno culturale in progresso: Potenza è ai minimi storici da questo punto di vista. E’ specializzata solo nella ricerca e nella conquista di una raccomandazione. Manca l’aria a Potenza, si soffoca. E non se ne rendono neanche conto.

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