Il consigliere comunale, psicologia, radiografia, mito.

Il consigliere comunale, psicologia, radiografia, mito.

Coltivare ambizioni non è cristiano.

Una menzione a parte merita il consigliere comunale di ultima generazione.

Questi, in linea di massima beninteso, nasconde un contenitore vuoto e inaccessibile, che costituisce letteralmente il vano dove risiedono le sue conoscenze ed esperienze, mentre mostra spavaldamente una facciata connotata dal cipiglio di chi la sa lunga, l’espressione dell’altruista nato e coltivato, la parlantina del capoclan della comitiva del bar.

In linea di massima approda in consiglio nudo di conoscenze specifiche ma acquisisce subito il portamento del portatore di coppola. Le inesistenti conoscenze specifiche non subiscono miglioramenti nel corso degli anni ed è anche per questo che i dirigenti più scanzonati giocano con loro come il gatto col topo.

I nostri eroi, dal canto loro, riconoscono d’istinto l’autorevolezza dei dirigenti, nei quali intravedono quel bagaglio di conoscenze che li fa apparire loro delle semidivinità per fortuna capitate sul loro percorso.

Digiuni di politica, perseverano nella dieta, sollecitati dalla furba consapevolezza che sapere non conti più di un diploma, cioè nulla, e che vale molto di più “saperla lunga”.

Non sono di grande utilità alla comunità e, alla fine, neanche a se stessi, giacchè l’esperienza che vivono li lascerà increduli, alla sua fine, di non essere diventati assessori e subito dopo ministri. La loro esperienza dura, in genere, 5 anni e questi 5 anni badano bene di non farli interrompere da una crisi, il che comporta che se di opposizione, val la pena farla solo di facciata, se di governo, conviene assecondare il capo in tutto e per tutto.

Lo psicodramma che li assale alla fine della consiliatura e alla mancata rielezione può durare decenni, perché loro rimarranno consiglieri nello spirito.

Discorso diverso va fatto per quelli che riescono a confermarsi. Questi potrebbero anche fare carriera, cioè, diventare un giorno assessori, che costituisce una meta ambita. Costoro non differiscono molto dagli altri, ma hanno una famiglia larga, o un lavoro particolare, o un carattere capace di suscitare empatia, cose che consentono loro di avere un bagaglio di voti inattaccabile che li rende, anche, graditi ai partiti. Questi ultimi, pragmatici come nessun altro, non pretendono altro, non sia mai l’ultimo arrivato freghi loro il posto.

E’, in fondo, una specie umana che andrebbe protetta, quale fulgido esempio di italianità espansa, un condensato di ignoranza e presunzione che gli altri paesi ci invidiano.

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