Se ti acchiappo……
Che volete, ognuno ha le sue priorità, quelle che sembrano a te priorità, potrebbero non esserlo per un altro.
Per esempio l’acqua.
Per i potentini e i lucani interessati alla diga, pardon, all’ex diga della Camastra, oggi più bellamente tonza della Camastra, è un problema. Per il Sindaco di Potenza, no.
E tanto si evince dalla sua evanescenza, un po’ snob, sull’argomento.
Poi ti caga un cane per strada ed eccolo in prima linea a bacchettare ed educare i potentini, con investigatori in borghese che, nascondendosi dietro il giornale, scovano gli incivili. Ben fatto. Forse un altrettanto forte intervento sulla crisi idrica, accanto ai cittadini, sarebbe stato troppo.
Bisogna centellinare le forze a tener conto delle priorità, appunto. Quindi sistemate le proprietà, ultimati i lavori di abbellimento dei tetti del centro storico, sotto con le urgenze.
La giunta, peraltro, ha da lavorare sodo, deve, per esempio, approvare gli interventi di ristrutturazione che, prima dice di essere di competenza del Consiglio, ma poi, melius re perpensa, approva da sé, quindi non può perdere tempo sulla crisi idrica, che, evidentemente, come i famosi schiaffi di Totò, scambiato per un altro, mica riguarda l’ente comunale, perbacco.
Leggo, ancora, che al Comune scattano con puntualità nomine già anticipate dalla voce del popolo da mesi. Ebbene, era ora! Che sia fatta la volontà di Dio.
Nel frattempo mi godo questa nuova ondata potentina tutta fighetta: sdraio, musica e un perentorio stop alle cagate dei cani. Potrò finalmente camminare a occhi chiusi sulle strade della mia città. Presto scatterà l’obbligo dell’apericena al centro e un dress code per il centro storico che prevede cravatta con nodo perfetto e polsini un centimetro oltre la giacca. Insomma quello che ci voleva, quello che aspettavamo, quello che ci auguravamo da una vita. Il meno fighetto Guarente non aveva, in cinque anni, mostrata uguale sensibilità per la bellezza, l’eleganza e la pulizia delle strade.
Scusi, e accomodare i marciapiedi?
Prima o poi ci arriviamo, perbacco, ci sono cinque anni. Ora pensiamo all’essenziale.
Un bacione dalla città più figa del mondo.
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