Evitando quelle espressioni del tipo “non va più niente bene” o “prima sì che funzionava” e slogan del genere, sarebbe da ingenui non rendersi conto che la democrazia ha prodotto effetti negativi. Si è generato, infatti, in chiunque, il principio che, in politica, non occorrano competenze specifiche. E io sono d’accordo, perbacco, purchè si sia
Evitando quelle espressioni del tipo “non va più niente bene” o “prima sì che funzionava” e slogan del genere, sarebbe da ingenui non rendersi conto che la democrazia ha prodotto effetti negativi. Si è generato, infatti, in chiunque, il principio che, in politica, non occorrano competenze specifiche.
E io sono d’accordo, perbacco, purchè si sia capaci di intendere, di volere e di documentarsi.
Infatti l’effetto negativo sta nel fatto che chi si affaccia alla politica, ma ormai la maggior parte delle persone che se ne occupano, evita di impegnarsi per capire, evita di studiare i meccanismi delle pubbliche amministrazioni, insomma evita tutto quello che costa fatica, tanto, pensano, ci sono i tecnici, i dirigenti, gli impiegati, per questo, a noi compete solo portare la coppola.
Il politico amministratore, invece, diciamo per esempio il consigliere comunale, deve innanzitutto conoscere in cosa consista il suo compito, poi studiarne attentamente le regole, quindi avere contezza particolareggiata delle sue prerogative, diritti e strumenti, insomma deve essere padrone della funzione che va a esercitare. Giammai deve affidarsi al “sentito dire” che, purtroppo, rimane l’unica loro fonte di sapere.
Facile, quindi, che rimangano preda del primo furbo dirigente che se li gira e rigira a proprio piacimento.
Conoscevo un giovane consigliere, che poi ha fatto strada, che immaginava il suo accesso agli atti tale quale quello del cittadino, ragion per cui quando chiedeva un documento aspettava buono buono i 30 giorni canonici per una risposta, in tal modo indottrinato malignamente da un dirigente davvero scaltro, ben potendo, invece, pretendere una consegna immediata.
Il problema è che si diventa consiglieri comunali senza una scuola, senza una conoscenza, senza la specifica educazione. E, dal momento che la macchina dell’ente cammina regolarmente senza di loro, pensano che il loro mandato si esaurisca in menate da bar. Tipo parlar male degli avversari, lamentarsi, puntare il dito, cascare dalle nuvole per l’esecuzione di un lavoro pubblico, procurarsi consenso per le prossime elezioni, coltivare ambizioni, ma in nessun caso darci sotto a lavorare.
Fare politica, vieppiù fare l’amministratore, invece, è una funzione sacra, cui bisognerebbe avvicinarsi con umiltà e voglia di lavorare. Fare opposizione, poi, è cosa ancora più sacra, perché è l’opposizione che tiene vivi i principi della democrazia. Ora l’approccio al sacro ha del religioso, nel senso che l’Istituzione è da intendersi come l’organo che fa gli interessi pubblici, questi ancora di più sacri, perché interessano tutta la comunità, che vive in maniera giammai egoistica ma anzi rispettosissima di ogni diritto, nella consapevolezza che proprio nel rispetto dei diritti altrui nasce lo spirito della cittadinanza, che non è una parola qualunque, ma è la base del vivere insieme.
Fintantochè, pertanto, l’approccio non sarà sacro, la funzione del consigliere comunale scemerà in attività da social, commento da bar o da curva di uno stadio, e questo è un vero e proprio crimine.
Bene, la politica non può vivacchiare così in basso, ma se ce la terranno lì ancora un po’, saremo prossimi a una crisi di valori spaventosa con esiti imprevedibili.
Onorare la funzione con spirito di dovere e sacrificio, umiltà e dedizione è la base. Oggi la base è l’ambizione, la presunzione e l’ignoranza, anche dei minimi regolamenti, come l’esempio di prima fa capire.
E’ come affidare una pistola a un bambino, il quale sicuramente ci giocherà, rischiando di far del male a se stesso e agli altri. E quale genitore affida una pistola a un bambino? Solo un genitore degenere. Ecco, noi quando votiamo siamo, da anni, genitori degeneri, speranzosi solo di qualche beneficio di contrabbando.
Che miseria.
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