Gli italiani e l’Italia, nemici in casa.
…. Considerato il poco o minimo amor nazionale che vive fra noi….
Lo scriveva Giacomo Leopardi.
E aveva ragione da vendere. Noi italiani non amiamo il nostro paese. Le manifestazioni folcloristiche che accompagnano le partite dell’Italia nei campionati o le vittorie del tedesco Sinner, infatti, non fanno testo, ma, appunto, folclore. Se amassimo la nostra Italia non avremmo il timore di parlare di patria, e, invece, non la si sente mai neanche da Mattarella questa parola una volta sacra, ora per lo più, quando usata, refuso.
Ma che non l’amiamo si evince da altro.
Per esempio dai politici, per esempio dai giornalisti, per esempio dai politicizzati.
Il politico italiano medio, che ha una esposizione trasversale solo per quanto riguarda la gestione dei propri affari, nell’ambito della quale il rispetto per l’avversario è simile a quello per una divinità o di un fidatissimo amico, basandosi sulla reciprocità, proprio nel conflitto con l’avversario, da abbattere più di un esercito di alieni armati di armi nucleari all’attacco della terra, conserva e alimenta l’indifferenza per la propria nazione. Il concetto è del tipo “speriamo che Meloni ci porti alla disfatta così prendiamo il suo posto” e viceversa, a posizioni invertite, ovviamente.
Ma anche i giornalisti, quando assecondano governi improbabili o quando attuano politiche improbabili, per amor di subordinazione al potere, che di questi tempi è come una droga infallibile, non amano né il loro lavoro né il loro paese. Esaltare un dato insignificante, come lo stato dell’aria in Basilicata nel 2020, anno del covid, tacendo lo stato delle acque, che è pessimo e allarmante, vuol dire semplicemente non voler bene alla Basilicata, che il grande Pizzul chiamava Lucania, come dovrebbe essere.
Una informazione lacunosa, ma a volte proprio omissiva e bugiarda, e di esempi ne abbiamo a iosa, vuol dire far del male al proprio paese.
E così accade anche ai cittadini politicizzati che si dividono in fazioni e si azzuffano anche al bar, al solo fine di poter un giorno usufruire di un privilegio qualsiasi, finanche di una multa cancellata.
Meschini.
Sì, è meschino un popolo che non ama il proprio paese e che, da sempre, viene educato sempre e solo a tener conto di valori personali, giammai collettivi. Il senso della comunità non esiste neanche all’interno di una classe elementare fra gli alunni, tanto è vero che manca qualsiasi forma di educazione a riguardo.
E poi lo vediamo dalle cicche per terra, dai barattoli di birra della domenica mattina e dalle cacche (pardon, deiezioni, fa più figo e falso intellettuale) lungo i marciapiedi.
Poi andiamo a Berlino e sembriamo cittadini modello, roba da matti, anzi da stupidi.
Quando indosseremo i pantaloni lunghi della civiltà e della cittadinanza sarà comunque troppo tardi.
Ovviamente i fenomeni ben estesi della corruzione e della raccomandazione presuppongono identica indifferenza per il proprio paese e un amore spudorato e sfegatato per gli interessi propri, costasse quello che deve costare, anche sistemare un idiota in un posto importante e nevralgico, che rimane la cosa più irresponsabile che si possa immaginare e che puntualmente avviene.
Sciagurati. Ma piacioni, ironici e fanciulleschi. Appunto ci toccherà crescere prima o poi, ma non nei sogni, lì va bene, quanto nella vita reale, cavolo.
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