-Si poteva fare di più? Certamente.
-E perchè non l’avete fatto?
“Si poteva fare di più? Certamente”.
Questo è l’incipit di un discorso di qualsiasi politico da qualche anno a questa parte, salvo poi glorificare il pochissimo fatto.
La cosa sorprendente è che, però, nessuno ribatte un quasi obbligatorio “e perchè non l’avete fatto”? No, il giornalista di turno si astiene da questa pruriginosa domanda perchè, probabilmente, non è politicamente corretta, senza contare che è sicuramente profondamente da suddito non chiederlo.
Politici e giornalisti vivono nello stesso acquario, si cibano delle stesse menzogne e supponenze.
Ma veniamo a noi.
In Basilicata le liste di attesa per un intervento superano anche i 18 mesi. Si poteva fare di più? Certamente, of course.
Ma non per tutti, ovviamente, l’attesa è sì lunga. Nel regno di Basilicata c’è chi, infatti, l’intervento l’ottiene in poche settimane. Si potrebbe fare di più? Certamente, si potrebbero prendere tutti quelli che favoriscono e ottengono la scorciatoia e prenderli a calci nel culo in piazza Prefettura.
Come subordinata proporrei che beneficianti e beneficiati subiscano l’obbligo di non avere opinioni critiche, tacere, camminare muro muro e non nelle strade principali, come reietti da tenere lontani per evitare contagi.
Ma parliamo di acqua. A prescindere dal fatto che a volte a guardarla viene il voltastomaco o che nel recipiente che l’ha contenuta permangono inqualificabili e inqualificate sostanze, registriamo talvolta ritardi nell’erogazione di qualche ora, apparentemente inspiegabili. Niente niente si tratta di qualche operatore che non fa il suo dovere e cioè non va a girare una leva? Niente di più difficile, anzi scommetterei un euro che è così. Ma nessuno ci dice il perchè di questi ritardi, nessuno indaga e se lo fa è come se non lo facesse. Si potrebbe fare di più? Temo di sì, caspita se sì, giuro che sì. Ma, come i giornalisti di turno, non stiamo a chiedere perchè, allora, non sia stato fatto, ma incassiamo l’ulteriore affronto, chè di tanto si tratta, e pedaliamo, consapevoli che se chiedi anche tu la scorciatoia perdi anche il diritto di protestare. Infatti a Potenza e in Provincia nessuno protesta.
La protesta bisognerebbe insegnarla a scuola, insieme alle informazioni basilari dell’alimentazione, il codice stradale, l’educazione civica e a costringere a studiare come lo si pretendeva prima che la “rivoluzione” (!?!) del 68 inducesse all’ignoranza collettiva, quale strumento che negli anni successivi trasformerà la nostra popolazione in un gregge. Perchè studiare poco e male produce una popolazione mediocre se non scadente, anche se col doploma o con la laurea, cioè con quel pezzo di carta che davvero rimane solo un pezzo di carta, se non si pretende il massimo, con la severità necessaria.
Ora chiedo a tutti: possiamo pretendere di più? Forse, ma prima impariamo a essere cittadini.
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