Io ho i voti, quindi posso, quindi so, quindi comando.

Io ho i voti, quindi posso, quindi so, quindi comando.

La competenza è il gadget del consenso.

Sento parlare di giunte. Quella regionale che, con atto di raffinata galanteria, sta aspettando che il Comune faccia i suoi comodi e quella, appunto comunale. I nomi degli assessori sono sulla bocca di tutti e da tempo. Ovviamente tengono banco le manfrine dei partiti che devono spartirsi i posti di comando, che, stando alle gomitate, ai colpi bassi e alle riunioni a Roma, potrebbero essere scambiati per il cosiddetto “bottino”.

Già, because gli assessorati pare non vengano assegnati secondo competenza a chi cappero vuole il governatore o il sindaco, come pur dice la legge. No, eh eh, il bottino si divide secondo le regole loro, non secondo le leggi. Quindi seguono trattative ferocissime per l’assegnazione degli assessorati e di tutto il resto fra i partiti e le correnti e poi c’è la farsa dei decreti del Presidente o del Sindaco.

Le giunte sono organi esecutivi che dovrebbero porre in atto le direttive politiche, sono costituite da persone di fiducia delle figure apicali, ma finiscono per essere i mandatari di se stessi o di qualcuno, perchè, alla fine, o si premia il più votato o si premia la corrente di partito o il partito. Difficile che in questa spartizione vengano nominati esperti competenti professionisti, ma l’aver preso più voti o essere il prediletto ovvero il cagnolino di fiducia del tal personaggio porta con sè, come strenna natalizia, o regalo della befana o dono divino, la competenza l’esperienza la professionalità.

Mondo cane e ipocrita, ma allora perchè c’è una legge che dice che gli assessorati sono scelte del presidente o sindaco?

Ah!, già, dimenticavo, la legge! pfui! e cos’è sta cosa? Roba per miseri mortali, mica è roba per politici che vincono le elezioni perchè c’hanno i voti che, per giove, si sono sudati attraverso prove di coraggio, eroismi, conquiste di mondi alieni.

Quindi e per esempio accade al Comune che il tal assessorato o la tal presidenza tocchi a tizio solo perchè ha fatto un accordo sottobanco con caio e questo ci garantisce di tutto, della capacità, della serietà, della fosforescente abilità amministrativa.

Ad andare avanti mi convinco che la democrazia e i sistemi rappresentativi democratici sono una grande truffa, un vergognoso imbroglio, una presa per i fondelli.

Alla fine, quando vedi la distribuzione degli assessorati sembra quando eravamo ragazzini e si doveva fare la formazione e distribuire i ruoli. “Allora tu stai in difesa e tu all’attacco. Tu in porta. Ma non so parare! E che c’entra, vuoi giocare? E allora vai in porta”. Ma, appunto si giocava. Vedere fare uguale a una schiera di autodefinitisi politici, in effetti acchiappavoti imbonitori, con le cose dei grandi, cioè con le nostre vite, fa accapponare la pelle. Ma è ciò che succede, secondo logiche trasversali che non di rado arrivano a sordidi e nascosti accordi per il fine ultimo che viene chiamato interesse pubblico, ma si legge interesse pubblico solo se ne avanza.

-Stavolta l’assessorato non me lo leva nessuno.

-Diavolo, e quale vuoi?

-Basta che è uno.

-Ah! E lo saprai fare?

-Certo. C’ho i voti io.

-Ah! capisco.

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