Meno male che …

Meno male che …

Potere, cosa farei per te.

In tempo di elezioni fioriscono gli slogan: da una parte c’è chi dice, come un mantra, “chi ha ben lavorato merita la conferma”, e dall’altro si mettono assieme critiche più o meno sensate, ma tutte assolutamente superficiali, sull’operato della giunta in scadenza.

Della prima squadra, quella degli uscenti, che ribadiscono come vada assolutamente confermato chi ha fatto bene, fa piacere rilevare la sicurezza del giudizio, loro sono depositari di una verità: il governo ha ben operato. Così, apoditticamente. Leggevo che bisogna fidarsi di chi è sempre alla ricerca della verità e di diffidare di chi è certo di possederla. Quindi, il minimo è diffidare. Infatti sono sconosciuti i canoni di valutazione, anzi non esistono. Insomma cicaleccio (come mi piace questo termine).

Per il secondo gruppo è affascinante notare come le critiche mosse al precedente governo non affondino mai, non scalfiscano mai la superficie. Chissà se per dabbenaggine, per pigrizia o per congenita ignoranza. O forse per una sorta di politicamente corretto, secondo cui non è elegante scavare su malefatte e governo interessato o scadente, così un domani, a parti invertite, sarà l’avversario a non approfondire.

Quindi si prosegue sulle chiacchiere, ogni tanto uno si inventa un progetto per la regione, scopiazzato da qualche parte o che riporta i soliti luoghi comuni e si dà la dimostrazione di quanto sia dilettantistico l’esercizio della politica in regione.

Certo, si litiga fino ad ammazzarsi per un nome, ma questo fa parte del bizzarro gioco del potere, per un verso nauseante, per l’altro inguardabile.

Tanto si sa cosa cercano: potere. Potere da esercitare familisticamente, senza uno sguardo al merito, alle competenze, all’interesse comune.

La politica una volta era sangue e merda, ora è rimasta solo la seconda, per gradire.

Considerazione finale: lo spettacolo (pessimo) offerto è per pochi, e cioè una minima parte di quel 50%, o giù di lì, che andrà a votare. La maggioranza dei lucani non ne conosce neanche l’esistenza.

E meno male.

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