Le trame sotterranee della nebbiosa Potenza

Le trame sotterranee della nebbiosa Potenza

Sì, sono di destra ma con un sindaco di sinistra mi sento più completo.

L’analisi del voto di Potenza, nelle amministrative in corso, è presto fatto: un 10% circa di elettori di centro destra ha svenduto il suo voto a candidati di sinistra, o meglio etichettati come di sinistra, chè di sinistra non sembrano avere neanche un labile e scolorito ricordo, come del resto è da anni in Italia, dove pasce una sinistra che da difensore del disagio è diventata velista o immobiliarista, imprenditrice o nobile, snob e selettiva, giammai popolare.

Questa forma di bipolarità ideologica ha dato come risultato il ballottaggio. Ora le truppe, buone solo per la villeggiatura, dei candidati di centro sinistra si uniranno per sconfiggere il candidato di centro destra, forti del voto mercenario di chi immagina la politica come un mostro, col corpo del gigante (corpo elettorale) e la testa del topolino (candidato di minoranza).

La finalità che ha spinto una parte di elettorato a deturpare una scheda, cosa resa possibile da una legge bislacca, mettendo assieme due contrari, non è intuibile secondo i canoni della logica, ma esclusivamente con quelli della convenienza personale. A parte qualcuno che si sarà trovato a credere nella patria ma ad avere un parente candidato sindaco a sinistra, o a uno stalinista convinto col figlio fascista, che fisiologicamente non possono superare lo 0 virgola per cento, il gregge dei bipolari politici è stato a tanto indotto da strateghi stregoni, che faranno ancora le fatture pur portando politicamente braghe corte, convinti che democrazia e libertà possano essere declinati con una espressione di voto trasversale che li veste, con un esempio calcistico, coi pantaloni della Roma e la maglietta della Lazio, per il bene perverso di qualcuno ma non certo per quello, tanto decantato, della città.

Oggi assistiamo alla scenica teatralità di un candidato che si dice già sindaco, forte di parte dell’esercito dell’avversario. Una spavalderia politicamente disonesta, verrebbe da pensare, alimentata da candidati che avranno speso il proprio nome e quello del sindaco in pectore avversario, unitamente, convinti che a questo mondo se non fai così non campi.

Del resto non ricordo una vittoria esemplare della sinistra dai tempi di papa nonno, laddove per esemplare intendo pulita, con eserciti propri e non presi in prestito, o meglio ancora in leasing.

La coalizione di centro destra, effettiva maggioranza politica della città, deve fare i conti con politici mercenari travestiti che indossano due maglie una ufficiale e una di sotto e deve imparare finalmente a scegliersi i candidati, senza correre in futuro il rischio di coltivare in seno serpenti spie dell’avversario.

Che una certa trasversalità connotasse la politica cittadina, intesa a livello di gestione del potere, del resto si era capito: la sostanziale assenza di una opposizione seria per 5 anni, che qualcosa pur deve significare, svela un modo di fare politica che in altri tempi si sarebbe chiamato tipico di una casta multicolore, fatta di avversari sulla carta ma di amiconi nell’agone politico caratterizzati da un codice di comportamento appunto da casta, nel quale ognuno rispetta l’altro prima e senza tener conto della città, che pur amano, perbacco.

Una campagna elettorale e una elezione condita, insomma, da sgambetti, tradimenti, beghe, col contorno di slogan che diventano sostanza del nulla. A Potenza di trasparente c’è solo lo spessore politico dei contendenti, o per meglio dire, di parte dei contendenti, perchè le vittime sacrificali di questi accordi sottobanco ne rimangono sicuramente fuori, assurgendo a un ruolo di “eroe” politico che forse non gradirebbero o meriterebbero neppure, ma che a questo punto li connota irreversibilmente.

Ora sarebbe bello che i candidati e i votanti di destra che vogliono un sindaco di sinistra uscissero allo scoperto e confessassero candidamente con un sano e fanciullesco “sono stato io” le loro intenzioni, se, cioè, fatta la mossa ora intendono riappropriarsi di una coerenza politica basilare (!?!) ovvero sancire il divorzio da subito. E se divorzio deve essere, per favore, che gli alimenti li paghi il nuovo coniuge.

Posts Carousel

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos