E così arriviamo alla generazione dei “nati per caso”, quelli che devono improvvisarsi amministratori, consiglieri, sindaci e presidenti, anche di enti, per gradire. Figli di una telefonata, di un nome sussurrato nell’orecchio, di un errore, di una relazione complicata, perfino di una provetta.
E’ davvero curioso che, nell’epoca del televoto, anche per miss Italia e per “ballando con le stelle”, in politica le giurie popolari siano inesistenti. Decide il capo. Così, secondo l’umore del momento, l’impressione di un attimo, la simpatia, la raccomandazione di uno fidato.
Si dice che non esistono più le ideologie. In effetti non ci sono più idee. Infatti chiunque governi, a Potenza come a Roma, a Lavello come a Vercelli, non si vede niente di originale. La regola è che quando si governa si improvvisa, non esistendo appunto idee, nè una scuola, che sia di partito o proprio una scuola, nè determinati requisiti che non siano la fedeltà o roba simile.
E così arriviamo alla generazione dei “nati per caso”, quelli che devono improvvisarsi amministratori, consiglieri, sindaci e presidenti, anche di enti, per gradire. Figli di una telefonata, di un nome sussurrato nell’orecchio, di un errore, di una relazione complicata, perfino di una provetta.
I Giganti cantavano, una volta, “oggi io non sono nessuno, domani sono Presidente della Repubblica”, vennero censurati, oggi ne farebbero l’inno nazionale, cambiando, alla bisogna, alla parola Presidente della Repubblica, quella di Sindaco, Ministro, Assessore o Presidente di Arpa, per dire e per esempio.
Se almeno potessimo votare noi del popolo, cioè scegliere anche i candidati sindaci e su di lì, beh!, avrebbe un che di continuità con le trasmissioni di maggior successo. Invece no. Decidono pochi nati per caso che a loro volta creeranno, letteralmente, altri nati per caso.
Insomma, che goduria.
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