I dilettanti allo sbaraglio stanno bene solo nel programma TV “la Corrida” altrove fanno danni incommensurabili.
Il valore di una rosa di una squadra di calcio non è mai dato dalla somma del valore di ogni singolo giocatore. Concorrono, anche, la maniera di farli giocare e la maniera per sfruttare al meglio le loro doti messi tutti assieme. Concorre anche lo stato di forma fisica che si riesce a sviluppare.
Quindi l’allenatore non è un gestore ma il creatore della squadra.
Lo sanno bene a Napoli dove la stessa rosa ha vinto lo scudetto con un allenatore e ha fatto pena con ben tre allenatori. Da prima a ottava, se non sbaglio. Ancora. L’allenatore bravo quando crea la squadra e la fa giocare al massimo delle sue possibilità, aumenta il valore tecnico ed economico specifico di ogni calciatore, cosa al contrario fa il cattivo allenatore.
Una buona dirigenza, infine, senza gettare soldi, mette a disposizione dell’allenatore professionalità capaci di essere perfezionate e sfruttate al meglio.
Se ogni allenatore che vince, è, pertanto, bravo, fra quelli che non vincono va distinto chi lavora bene da chi non lo sa fare, almeno in quelle condizione nelle quali gli si consente di lavorare.
Un Lerda, un Marchionni o un Colombo, per esempio, quest’anno sono inclassificabili, perchè hanno lavorato in un contesto messo su senza un solo criterio. Lo stesso non è accaduto a Napoli, laddove cosa poteva fare quella rosa lo si era visto l’anno precedente e, quindi, i tre allenatori non hanno saputo fare il loro mestiere (tranne Garcia che, è bene ricordarlo, ha lasciato la squadra quarta e a pochi punti dalla vetta).
In questo quadro spiccano Inzaghi, autore di svariati capolavori con la Lazio e con l’Inter, ma anche Pioli e soprattutto Gasperini, del quale ora c’è chi dice che aveva una squadra fortissima, quando invece è quasi la stessa dell’anno scorso, con l’aggiunta di autentiche scommesse.
Stasera Gasperini è pronto a dimostrare che il suo è un capolavoro di lavoro, a prescindere dal risultato che ne verrà fuori in una semifinale. Probabilmente vincerà la Coppa Italia e in Campionato saprà comunque mantenere una posizione di vertice, con la conseguenza che il valore della rosa si sarà quantomeno triplicato e in alcuni casi decuplicato.
A Bergamo sanno fare calcio, non a caso il Presidente è un ex calciatore e splendido imprenditore, un cocktail difficilmente ripetibile. Ma basterebbe un piccolo Marotta, cioè un manager che conosce il calcio come le sue tasche. In serie C c’è tanta gente di valore, ma anche dilettanti allo sbaraglio. Facciamo che a Potenza non ne capitino più di dilettanti allo sbaraglio? Macchia, nel calcio, fortuna non ne ha avuta finor ed è certamente un dilettante, si vede bene, ma potrebbe umilmente chiedere in giro, pare si possa fare anche così, umilmente, affidandosi a qualcuno che ne capisce. Sarebbe l’ora, non solo per il Potenza, ma anche per lui che, immagino, non campi di fiaschi. D’altronde continuare così significherebbe creare ad arte uno scontro con la logica già perso in partenza e magari pure consapevolmente.
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *