Il coraggio del gruppo.
Da ragazzi c’è tanto bisogno di normalità, di sentirsi come gli altri, di amare le stesse cose, serve per non sentirsi isolati, diversi, per non rimanere fuori dai giochi.
D adulti, il fenomeno è simile, ma assume più calcolo personale, interesse. Non serve più per evitare di sentirsi fuori, ma per avere più vantaggi, economici e non. Il bisogno di far parte di un gregge è avvertito sempre in maniera molto forte quanto più è scarsa l’intelligenza, più lieve la conoscenza, più debole il carattere. Queste deficienze le colma il gruppo, l’appartenenza; questa assicura anche una sorta di coraggio collettivo che dà sicurezza, soprattutto in mancanza di coraggio proprio.
Chi vive fuori dal branco è imprevedibile per il gregge, perchè usa connessioni logiche diverse, ha meno bisogni, è autosufficiente, non necessita del soccorso del gruppo. E’ più abituato a uscire malconcio ma con dignità da ogni situazione, in fondo non conosce bene la paura, e questa impavidità sconcerta e annulla l’effetto avvolgente della solita domanda “ma tu cosa vuoi”?, che il gruppo, per inglobare rivolge al lupo solitario prima di combatterlo.
Prova prima a isolarlo e, se non basta, lo combatte, vigliaccamente, in maniera sordida e lo combatte perchè è il branco ad avere paura del solitario, finanche quando questi vive già ai margini e si fa gli affari suoi, perchè ogni momento di confronto o contatto è temuto dal branco. Evita, il branco, di dialogare col solitario, di confrontarsi, non ha armi sufficienti e allora lo combatte.
Ma il solitario è invincibile, semplicemente perchè vive bene da solo e non ha bisogno di nulla, neanche di fare carte false per raggiungere obiettivi che non merita.
Due solitari si capiscono in fretta, basta uno sguardo. Un branco, invece, non accetterà mai un solitario, nulla li può unire, neanche per un secondo.
Ma è il solitario, il diverso, quello strano che guida il progresso, fa germogliare i diritti e la civiltà.
I grandi geni, infatti, non hanno mai avuto un gruppo, una compagnia costante, una comitiva.
Alfonsino Grottammare, 1949-2024, poeta e scrittore, autore di aforismi, discusso uomo politico della sua piccola città, nella quale coltivò l’arte della fotografia emblematica. Reazionario, rimase famoso per aver mandato a scopare il mare due sindaci di due tendenze politiche diverse, con lo stesso sereno distacco.
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