Credo mi tocchi proseguire nel racconto.

Chiesi, ormai un mese fa circa, al Comune di Potenza di verificare se alienando un bene a un suo consigliere non avessero fatto una stupidaggine in violazione della legge.

Non ho ancora ottenuto risposta, e lo capisco bene: cosa mai dovrebbero rispondere?, che avevo ragione e che avevano fatto una clamorosa sciocchezza? Sarebbe stato troppo, lo capisco.

Però pare che con la mia insistenza avessi provocato una specie di procedimento interno che era culminato nell’illuminata soluzione di chiedere un parere. Caspita! O Dio, sarebbe bastato aprire un codice civile, che si trova quasi pure al supermercato e aprire la pagina dell’art. 1471, ma, evidentemente, era davvero troppo. Lo capisco.

Ebbene pare che il parere fosse stato richiesto all’ufficio legale del comune stesso, un parere interno, come dire. Magari l’avessero chiesto prima di alienare forse sarebbe stato prudente, vista la non conoscenza generale del codice; va bene, ma chiedo troppo. Lo capisco.

Ora pare, però, che questo parere non arrivi. Probabilmente non è facile, diamine. Lo capisco. Aprire il codice alla pagina giusta e leggere i divieti, è, forse, troppo. Lo capisco.

E quindi ciccia. Chissà, forse un giorno arriverà il parere e allora sapremo, oh!, se sapremo! Magari il parere dirà che il codice civile si ferma a Eboli, come Cristo in un famoso romanzo, oppure ce lo dirà quando il mandato del Sindaco volgerà al termine. Chissà.

Ecco, solo una cosa, così, per equità sociale, tiè, facciamo che la legge non si applica anche ai cittadini normali nei rapporti col Comune? Tipo che se il Comune mi fa una multa io non la devo pagare per forza, ma solo se mi gira? Dico per esempio, of course.

Bacioni, estensibili.