L’elogio di chi è riuscito a scappare da questa terra.
Allora, regola del giornalismo lucano è scegliere dei bersagli e colpirli periodicamente, spesso quotidianamente. Fa niente se altri ipotetici bersagli abbiano identiche posizioni, altrettanto criticabili, se non è stato scelto come bersaglio, se la passa liscia. Quindi non è il fatto a prendere la scena, ma l’autore se scelto come bersaglio. La conseguenza è che se due politici fanno una cosa presumibilmente illecita, ad avere la prima pagina sarà soltanto uno dei due, per esempio.
La caratteristica saliente è che questo comportamento contraddistingue tutti, o quasi, i giornalisti. I più raffinati non attaccano nessuno, in considerazione del “non si sa mai”, ma la generalità ha le sue ossessioni e i suoi amici. Il risultato è che fanno informazione da stadio, cioè tifano per il politico del cuore con cori e striscioni e saltano al grido di “chi non salta xxxxxx è” contro il bersaglio. Va da sé che un simile comportamento va bene, appunto, in uno stadio, dove offre lo spettacolo del giusto folclore, ma non nel mondo dell’informazione, dove non solo fa danni, ma diventa affatto detestabile.
Regola del consigliere, invece, è quella di non fare una beneamata cippa. Spiegare loro che, per esempio, fare opposizione è studio, ricerca, approfondimento e denuncia, oltre che proposta e critica, è tempo sprecato. Le notizie, loro, devono apprenderle dai giornali di cui sopra, non avendo la voglia e forse anche la capacità di reperirle autonomamente. E’ storia di oggi quella di un giornale che parla della richiesta di Acque del Sud a Consorzio Bonifica e Acquedotto Lucano, risalenti a giugno scorso, di munirsi di fideiussione, pena il distacco dell’erogazione dell’acqua, e quella del capo dell’opposizione che insorge solo dopo aver appresa la notizia dal giornale, e non nell’esercizio delle funzioni per le quali è lautamente pagato (https://www.facebook.com/share/p/15SZh77UvT/?mibextid=wwXIfr).
E’ un esempio che manifestamente fa capire come il consigliere regionale lo puoi fare steso sul tuo letto e con un tablet in mano, giusto per leggere la rassegna stampa, e poi ripiombare nella visione della serie tv preferita.
Ebbene, di questo giornalismo di parte e di questi politici inoffensivi, giuro che si può fare a meno.
Vannacci deve aver conosciuto la Basilicata per l’intuizione del “Mondo alla rovescia”, la terra dove il giornalista fa il politico di opposizione contro qualcuno e il cagnolino che scodinzola con altri (cioè l’esatto opposto di quello che significa giornalismo) e il politico aspetta che le notizie facciano il giro del mondo prima di sparare un comunicato stampa che vale molto meno del commento al bar di un quisque alla quinta birra. Traspare indolenza e partigianeria, faziosità e incapacità, in un cocktail micidiale che, per essere servito e apprezzato, necessità del peggior provincialismo possibile, del quale, nonevèro, siamo ricchi quasi più che di acqua e petrolio. Con la differenza che acqua e petrolio non li gestiamo noi, quel cocktail invece ce lo sorbiamo noi.
Una regione baciata da Dio e disprezzata e svenduta dall’uomo che la abita. Ma pagheremo per questo spreco, per mille cannoni fumanti, se pagheremo.
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