Tre ipotesi per tre per un esame.

Tre ipotesi per tre per un esame.

Dica il candidato se ……

La vendita degli immobili del Comune di Potenza al consigliere Telesca si articolò attraverso due momenti deliberativi: il primo di approvazione del cosiddetto Duc, che inseriva gli immobili nel piano delle alienazioni e quello successivo che autorizzava la vendita diretta al consigliere.

Il consigliere che aveva avanzato domanda d’acquisto era presenta a entrambi. Per legge avrebbe dovuto essere fuori aula (alcune sentenze dicono che bisogna addirittura stare fuori del palazzo) in entrambe le occasioni. Invece alla prima partecipò, discusse, fece mozioni e votò, alla seconda presenziò il dibattito e si astenne solo dal voto, non se anche uscendo dall’aula.

Eppure era in pieno conflitto di interessi, avendo avanzato appunto domanda di acquisto di un bene del quale si discuteva il suo inserimento nell’elenco dei beni da alienare.

Nella prima assemblea discusse e chiese anche che il Duc venisse votato unitamente al bilancio.

Ora cosa abbia indotto il consigliere a partecipare attivamente alla discussione nonostante il conflitto di interessi non è dato sapere, ma le ipotesi sono pochissime e le elenco:

  1. Non sapeva di essere in conflitto di interessi
  2. Pur sapendolo se ne fregò
  3. Aveva dimenticato di aver fatto domanda di acquisto del bene del quale, anche, si discuteva

Il mistero avvolge anche la questione relativa al fatto che nessuno, dico nessuno, ebbe niente da dire.

A tal proposito ci sono altrettante ipotesi:

  1. I consiglieri tutti, segretario, sindaco e inservienti, ignoravano che esiste un divieto di partecipazione quando c’è conflitto di interessi (classico esempio di ignoranza collettiva)
  2. Pur sapendolo tutti se ne fregarono
  3. Uso distorto del politicamente corretto

In tutte e tre le ipotesi del primo come del secondo caso quello che è accaduto è grave, gravissimo, enorme, plateale, eppure è andata così.

Rimane curiosità sul perché il consigliere abbia chiesto di discutere il Duc unitamente al bilancio. Ed ecco altre ipotesi:

  1. Aveva fretta perché l’acqua della pasta già bolliva
  2. Senza approvazione del bilancio la vendita in suo favore non poteva avvenire
  3. Per sfizio

Infine pare abbia votato comunque no all’approvazione di Duc e bilancio, e qui abbiamo l’ultimo ventaglio di ipotesi:

  1. Tanto la maggioranza avrebbe votato sì, quindi tanto valeva rischiare
  2. Una parte della sua mente voleva acquistare e l’altra no, e aveva vinto la seconda
  3. Aveva cambiato idea sull’acquisto ma pareva brutto ritirare la domanda.

A questo punto dica il candidato, dopo una esposizione sintetica sull’uso della esse sibilante nel dialetto potentino, se alla fin fine il conflitto d’interessi non si sia fermato pure lui a Eboli ovvero sia stato scacciato da Potenza da San Gerardo che lo aveva scambiato per un turco.

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