Ma quanto siamo fortunati noi lucani.
Basilicata laboratorio d’eccellenza.
Grazie.
Un evento importante come quello del passaggio di Renzi e Calenda, alias Polese e Pittella, con Bardi ha aperto una accesa discussione sulle ragioni politiche sottese alla, immagino sofferta, ma che dico, travagliata, decisione assunta.
Il fascino di quel liberismo delicato, ma che dico, raffinato, coniugato splendidamente con una spiccata propensione per la cura degli interessi che un sistema di mercato libero potrebbe trascurare, e mi riferisco agli interessi delle classi più deboli, verso le quali riversare quell’amore filiale che un politico esperto e navigato sa come rendere effettivo, già da mesi e mesi suscitava la curiosità di socialisti e democratici come i due politici lucani.
Se al fascino suindicato aggiungiamo una sana dose di “cattiveria”, e il termine viene usato nella benevola accezione coniata dai cronisti sportivi, laddove per cattiveria si intende solo agonismo passione determinazione, se non proprio “ferocia”, termine ugualmente usato dai cronisti sportivi quando Allegri fa il pazzo davanti alla panchina, per esempio, che, nel caso di specie può essere chiamato “ora ti faccio vedere cosa ti combino”, ecco che una motivazione ben politica comincia a intravedersi.
Il socialismo, purtuttavia (cavolo quanto è bello questo avverbio) ancora in vita, mostra segni di cedimento, del resto. Tutto in favore di una forma di liberismo cristiano, che sa mettere brillantemente assieme, disprezzo per Putin, amore per Israele, qualunque cazzo di cosa combini, la guerra purchè utile all’ordine mondiale e un sano e viscerale amore per l’elettrico, tolleranza per il malaffare cosiddetto metapolitico, e morbida elasticità verso il riconoscimento di quei diritti sociali finora tanto trascurati da far arrossire, ma ormai patrimonio anche dei più beceri uomini di destra.
Ora, i nostri, è chiaro come abbiano intuito una spanna prima degli altri quale sia il panorama politico e avvezzi, come sono, a intuire gli accadimenti ben prima di analizzarli e studiarli, mossi da un eccentrico senso della modernità, hanno saputo saltare il fosso.
Beninteso ora assisteremo al cicaleccio degli invidiosi che parleranno di espressione incontaminata di sete di potere. Balle. I nostri guardano lontano, al bene della Basilicata e dell’Italia e noi dobbiamo essere orgoglioni di tanta responsabile sensibilità. Col rischio di fallire, loro, con la sfrontatezza e l’audacia degli eroi, sfidano il mondo, le tradizioni e la logica.
Ma quanto siamo fortunati noi lucani.
Basilicata laboratorio d’eccellenza.
Grazie.
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