Ma passiamo ad analizzare l’evoluzione politico-logico-giuridica del voto a 5 Stelle in Regione Basilicata a proposito dell’aumento del guiderdone mensile.

L’ufficio di Presidenza si riunisce ed elucubra un cospicuo aumento dell’indennità devoluta ai consiglieri per i collaboratori senza obbligo di spenderli per i collaboratori. Fin qui l’entusiasmo e il consenso è generale. La norma viene apprezzata quale foriera di un alzamento della qualità legislativa, e non solo, dell’intero consiglio, un balzo in avanti verso una efficienza senza pari, un balzo verso il futuro. E, si badi bene, per il bene della comunità lucana, of course.

Con l’entusiasmo di un bambino che monta il trenino regalatogli per la befana, l’ufficio di Presidenza porta il magnifico dono per la comunità in commissione.

Ma c’è qualche brontolio all’orizzonte. Un quotidiano nazionale filogrillino annusa e non apprezza l’aroma della geniale trovata, indi per cui intervista la pentastellata che, entusiasta, aveva proposto la munifica legge. L’entusiasmo vien meno, quindi, la paura di una figura barbina si affaccia prepotente. Balbetta qualcosa a proposito di approfondimenti che una volta affrontati indurranno a una salomonica astensione, che, francamente non ha una seria logica, anzi sa solo di “oh mamma mia cosa ho combinato”.

Si arriva in aula e trionfalmente ecco un voto nientepopodimenoche negativo. Capperi, che strada ha fatto il pensiero grillino (che di Grillo ormai non ha più nulla). Dal proporre all’opporsi la strada è lunga, tortuosa e contraddittoria, ma fa niente, l’importante è che sui libri non si legga che c’era il voto grillino.

Ora l’aumento toccherà comunque, perbacco, ma l’onore è salvo, pfui!

Nora a margine:

datemi la possibilità di cambiare canale, vi prego. O almeno di godermi le ferie senza puzza di ipocrisia.

E avanzo una proposta: perchè non chiedete scusa e abrogate la legge? Giuro che faremo finta che non è accaduto nulla, con la stima di sempre, giuro.