Premesso che la libertà assoluta non esiste, ma ne esiste solo un surrogato, zeppo di limiti e oberato di doveri, tanto che mi verrebbe da pensare che tutto può essere tranne che libertà, ebbene tanto premesso, la libertà che ci viene concessa è sempre troppo pesante per un lucano. Esser liberi, infatti, significa scegliere, pensarla
Premesso che la libertà assoluta non esiste, ma ne esiste solo un surrogato, zeppo di limiti e oberato di doveri, tanto che mi verrebbe da pensare che tutto può essere tranne che libertà, ebbene tanto premesso, la libertà che ci viene concessa è sempre troppo pesante per un lucano.
Esser liberi, infatti, significa scegliere, pensarla in una maniera, prendere posizione, quindi, far torto a qualcuno, deludere un altro, inimicarsi chi la pensa diversamente.
Tanto di quelle volte, poi, avessimo bisogno di chiedere un piacere, condizione imprescindibile per un italiano, figuriamoci per un lucano, aver fatto una scelta limita il numero delle persone che potrebbero farcelo quel piacere. Di conseguenza chi ha bisogno di piaceri si nega il diritto di scegliere, limitandosi a farlo fra le mura domestiche, a pancia piena davanti all’ennesima tribuna politica.
“La gente che in Italia ha bisogno di piaceri è incalcolabile, tanto è poderoso il suo numero.”
La gente che in Italia ha bisogno di un piacere è incalcolabile.
Trovare una persona tanto libera da non aver bisogno di chiedere nulla è come trovare un soldo sotto il cuscino quando cade un dente. I liberi, ma davvero liberi e non solo sedicenti tali, sono brutta gente, non frequentabile, intransigente, antipatica, in una parola inaffidabile.
Per il bene comune bisogna sbarrar loro la strada, pensa si mettessero a fare politica o ad amministrare: sarebbe uno sfascio irreparabile; appalti corretti, concorsi in cui vincono i migliori, una tragedia, insomma, nulla che possa essere metabolizzato in Italia, figuriamoci in Basilicata.
Nel nostro paese trovare una impresa che non paghi mazzette, sotto qualsiasi forma, è difficile come trovare un autobus pieno nella città di Potenza, oppure come percorrere la Basentana senza un restringimento di carreggiata. Ricordo i racconti degli amici imprenditori e mai nessuno che avesse raccontato di essersi arricchito senza pagare una mazzetta.
Ecco, questi imprenditori come potrebbero mai essere davvero liberi di scegliere? Sempre pronti a cambiare riferimenti, trovano la loro massima nelle parole dei capitani di Confindustria che dichiarano che gli industriali sono sempre governativi.
Solo con una crisi economica, seria, come quella che stiamo vivendo, figlia di un periodo nel quale si è fatta poltiglia di qualsiasi principio etico, ecco che la gente ha cominciato a risentirsi libera, facendo una scelta che viene definita populista. Ma probabilmente è solo una maniera per cercare un nuovo padrone, chè quelli di prima erano talmente avidi da aver fatto terra bruciata attorno a sè e terra bruciata del tessuto sociale italiano.
La Basilicata si allineerà al nuovo populismo o rimarrà fedele ai padri padroni che l’hanno lasciata lì dove stava trent’anni fa?
Guardare da lontano le manfrine politiche in atto fa rizzare i capelli in testa e francamente non fa ben sperare, ma in fondo gli attori principali che sembrano affacciarsi alla finestra da tutti i lati, non hanno niente di affascinante, anzi. Sono tutti figli del sistema feudale lucano e difficilmente saprebbero guidare la Basilicata verso la libertà. Ma la speranza è l’ultima a morire, magari verrà fuori un nome speciale, di una persona speciale indicata dai vecchi politici illuminati, finalmente, e tutti protesi verso il bene comune. Potrebbe accadere, perchè no, non può essere escluso matematicamente. Certo è difficile, improbabile, ma non può essere escluso a priori.
Quindi come ogni vigilia di una estrazione della lotteria, immaginiamo che vada proprio così, che il biglietto vincente ce l’abbiamo noi; tanto poi un’altra lotteria è sempre prossima e il sogno può durare all’infinito.
E chi ci frega a noi?
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