La restaurazione

La restaurazione

Finalmente si è tornati alle sane abitudini.

La restaurazione, silenziosa, decisa, insinuante, totalizzante.

E’ quanto sta avvenendo al Comune di Potenza.

Un sistema che era andato in quiescenza, distratto, infastidito dal cambiamento che un centro destra un pò cialtrone, un pò alle prime armi, aveva comunque provocato, sente aria di risveglio a nuova vita.

La vecchia macchina delle filiere, così ben oliata, così ben funzionante, ha ripreso vita. Ora i vecchi gruppi, le antiche e nuove associazioni di centro sinistra si sentono rinvigorite, i meccanismi della macchina burocratica tornano a funzionare sorridenti. Ora vogliono la regione che, un imperturbabile quanto assente Bardi, sembra voler consegnare loro dopo la brillante prova di forza delle cosiddette liste civiche, che di civico hanno davvero niente, al Comune di Potenza.

Il silenzio che copre vicende a dir poco allarmanti e che riguardano la figura del Sindaco rasenta l’omertà. Pezzi di burocrazia che si ergono a difensori del sistema prendendo posizioni più o meno ufficiali senza averne il potere, la macchina politico-amministrativa che si inceppa a seconda dell’argomento da trattare e un centro destra di opposizione che più che all’accertamento dei fatti sembra orientato a far da spalla al vincitore, tornando a ricoprire il ruolo di passerotto, alias mangiatore di briciole, che lo aveva contraddistinto per un paio di decenni.

I media felicemente uniti e saliti con lungimiranza sul carro del vincitore ne cantano le gesta quasi si trattasse di Achille in quel di Troia mentre tacciono su palesi violazioni, queste che si nascondono dietro il velo di improbabili pareri e che non trovano un momento di seria discussione consiliare. Sì, un clima omertoso che tende ad ampliarsi in attesa che cali il silenzio e cioè che quei pochi cittadini, che si sono esposti di persona, finiscano di rompere le scatole.

A Potenza si accetta di tutto, meno che la protesta, anche se motivata, dignitosa, nobile e disinteressata.

Il cuore critico di ogni cervello subisce il lavaggio quotidiano delle banalità, delle autogratificazioni e autocelebrazioni, delle esaltazioni di momenti qualunque che assurgono a eventi epocali.

La critica è bandita con il più comune “ma non sei mai d’accordo”, espressione tendente a colpevolizzare l’amante della verità e del rispetto delle regole.

Un Sindaco che non risponde quando accusato, non è trasparente. Un funzionario che si proclama amante della trasparenza e poi cambia opinione a seconda della giunta di trasparente non ha nulla. Una istituzione che non rende comune un problema e lo nasconde nel cassetto è il peggio che possa immaginarsi.

Un regime ha poco di differente. Ma il vigente regime, che continua a portare i pantaloni corti, buoni solo per una partita di tennis, non per occupare le istituzioni, mischia all’ingenuità dell’adolescenza perenne la malizia dell’avidità. Quella insopprimibile esigenza di portare una coppola la dice lunga sulla mancanza di serie ambizioni. La vita si esaurisce nel proprio orto, il provincialismo ne è la diretta conseguenza, via Pretoria il giusto ambiente.

Un gigantesco “ma chi te lo fa fare” sinistramente occupa l’orizzonte degli uomini liberi, ma tramonta ogni sera senza aver ottenuto nulla, solo provocato un’amarezza in più.

Ma il tempo è galantuomo. Una squadra di giovanotti alla fine compie errori prima inaspettati, e altrettanto ingenuamente commessi. Basta aspettare. Serenamente, come solo chi non ha interessi sa vivere.

PS: cronologia dei fatti. il consigliere Telesca chiede di acquistare un bene immobile comunale offrendo 26.000 euro. Partecipa attivamente al consiglio comunale che approva il dup, nonostante il palese conflitto di interessi. E’ presente alla discussione del Consiglio Comunale che autorizza la vendita a suo favore, pur non votando, Il Comune gli fa uno scontro sull’offerta del 50% circa e gli offre il cadeau di un pezzo di area comunale, consentendogli una volumetria di tutto rispetto a prezzi stracciati. Acquista il bene. Da sindaco non risponde alle domande rivoltegli sulla vicenda.

Di che stare allegri, poffarbacco!

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