Il fascino dell’arroganza

Il fascino dell’arroganza

Una volta arrivato, si lascia andare anche alle sponsorizzazioni pubbliche, nell’ambito delle quali apre la scatola dei tesori nascosti, le chicche da usare, centellinandole, alla bisogna.

Quando arroganza si somma ad arroganza l’effetto finale è Emiliano.

Politico integerrimo, già magistrato presumo ugualmente integerrimo, e chissà se politico integerrimo perchè magistrato integerrimo o cos’altro.

Immagino studente brillante, vincitore di concorso e magistrato in carriera. Poi il fascino della politica praticata; i successi, forse perchè magistrato?, le cariche istituzionali scalate una a una, il prestigio, l’autorevolezza e zumpapà.

Una volta arrivato, si lascia andare anche alle sponsorizzazioni pubbliche, nell’ambito delle quali apre la scatola dei tesori nascosti, le chicche da usare, centellinandole, alla bisogna. Quindi arriviamo al comizio in difesa del Sindaco di Bari, reo di niente, finora, anzi, pare, a detta di Emiliano, anche tollerato dalla malavita grazie alla presentazione benevola proprio dell’allora sindaco Emiliano.

Ora, che un magistrato-sindaco raccomandi qualcuno alla delinquenza organizzata significa che chi raccomanda può farlo, quindi è ascoltato, in quegli ambienti. Il che non suona bene, giuro, ma arrivare a raccontare la bravata in un comizio pubblico, ecco che dobbiamo parlare di arroganza al quadrato.

E sì perchè fare il magistrato porta con sè il rischio di fare il pieno di autostima, autoreferenzialità, sensazione di onnipotenza, in una parola arroganza.

Fare politica con successo porta con sè uguale rischio. Sommando quindi i due serbatoi di arroganza ecco che si arriva a pensare di poter impunemente o sfacciatamente dichiarare in pubblico che c’è chi si può rivolgere con successo alla delinquenza dettando anche qualche ordine e chi no.

Magari sotto non c’è niente se non, appunto, quella sfacciata arroganza di chi può tutto, ma quello che è successo è il chiaro sintomo della peggiore italianità.

Se poi di contorno ci mettiamo la vicenda parallela dell’acquisto dei voti, beh, oltre a doverosamente dubitare della onestà di chi li acquista (dovendo immaginare che si tratti di un investimento) è lecito dubitare del senso di cittadinanza di chi si vende.

Potremmo stare peggio?

Forse sì, ma non riesco a immaginare quale strazio comporterebbe. Certo, c’è sempre la possibilità di uscire in bici, fare le parole incrociate e guardare quel normal man di Carlo Conti in TV, tutte soluzioni per illudersi di valere ancora qualcosa e poi, santo iddio, chi si accontenta gode, fesso chi legge, e tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, non accetto lezioni di morale, faccio parte della scuola di pensiero che gli arbitri non sono corrotti, Papa Francesco è un santo, meno male che ci siamo vaccinati. Hai finito? No voglio aggiungere che ho fiducia nella giustizia e sono felice di vivere in un paese democratico dove puoi venderti tutto, anche il voto.

https://www.la7.it/intanto/video/bari-la-gaffe-di-emiliano-che-imbarazza-decaro-andammo-a-casa-della-sorella-del-boss-25-03-2024-533377

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